Confraternita di
San Jacopo di Compostella

Il bollettino "Santiago"

Scarica l'editoriale Il bollettino "Santiago" è l'organo ufficiale della Confraternita. Ha periodicità semestrale e viene inviato sia ai membri del Centro Italiano Studi Compostellani che ai confratelli in regola con il versamento della quota annuale. Raccoglie notizie sul pellegrinaggio sia compostellano che romeo e gerosolimitano ed è un valido strumento per comunicare e restare in contatto con i membri della confraternita.

  

L'ultimo numero: n.29 - aprile 2017

  • Una Confraternita hospitalera
  • Ospitare i pellegrini, cioè fare la carità
  • Fondazioni e fondatori di ospedali in epoca medievale
  • I Gosos, canti paraliturgici sardi
  • San Giacomo in Sardegna
  • 25 anni a San Nicolas de Ponte Fitero
  • Terminati i lavori di restauro e
    consolidamento del Santo Sepolcro
  • Paolo Caucci von Sauken riceve il premio internazionale AymericPicaud
  • La stanza di Giacomo
  • A Genova il XV Incontro Compostellano in Liguria
  • Pellegrini a Santiago
  • La conchiglia e il bordone
  • De Peregrinatione
  • Oltre la soglia di un ospitale
  • Il cammino del Beato Enrico
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I contenuti in breve del numero attuale:

Una Confraternita hospitalera
La Confraternita ha acquisito l’antico complesso monasticodi San Pietro in Vigneto, che sarà un nuovo hospital per pellegrini.   Situato tra Gubbio ed Assisi sulla Via Francescana, intorno una verde e silenziosa valle raccoglie il monastero in una pace assoluta: agli inizi di maggio vi inizieremo il nostro servizio di accoglienza.  D’altra parte questo è il tempo in cui iniziano ad aprire i nostri Hospitales: e sono otto. Con cinquanta ospitalieri che accoglieranno circa cinquemila pellegrini, un impegno molto significativo che coinvolgerà l’intera Confraternita. Che ha compreso, fin dalla fondazione, che l’altra faccia del pellegrinaggio è data dall’ospitalità. Di fatto all’interno della Confraternita è maturata una vocazione ospitaliera che induce molti di noi a lasciare il proprio lavoro ed impegni vari per intraprendere questo servizio. Ci è stato chiesto da un giornalista quali fossero i nostri guadagni; una domanda che viene da un mondo diverso e lontano dal nostro, che risponde ad altre logiche. Se attraverso questo servizio cresciamo interiormente e spiritualmente come persone, se riusciamo ad offrire ai pellegrini un’accoglienza buona ed efficiente, se contribuiamo con l’esempio e la nostra presenza sui cammini a dare un segno, un senso e un riferimento al pellegrinaggio attuale, vuol dire che ci avviciniamo agli obbiettivi della Confraternita..

Ospitare i pellegrini, cioè fare la carità
Prima di ogni altracosa, ”ospitare i pellegrini” rimane un’opera di misericordia, cioè un’azione che ha le sue radici nella carità stessa con cui Dio ci ama, e del quale ci fa strumenti. Questo rimane una novità su cui occorre ritornare in continuazione: non solo per “rimotivarci”, ma per lasciare agire lo Spirito di Dio. 
Non si tratta di organizzare meglio le cose, ma di farle in comunione con Lui. Nella Deus caritas est, papa Benedetto scrive queste determinanti parole: “la vera novità del Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che da carne e sangue ai concetti”, un realismo inaudito.
 Le persone sono di una ricchezza incomparabilmente più grande delle cose, e condividere una zuppa con un pellegrino o un bisognoso mandatoci dalla Provvidenza è meglio di tanti comportamenti sociali oggi molto in voga. Questa è, ai nostri tempi di miracolistici miraggi, l’umanità semplice che la carità restaura.

Fondazioni e fondatori di ospedali in epoca medievale
Nel vasto e articolato mondo medievale la carità verso il prossimo bisognoso era un obbligo individuale e istituzionale.   Formava parte della sensibilità e della cultura cristiana che impregnava ogni aspetto della vita.   Tra gli obblighi di assistenza nei confronti dei pauperes rientravano anche i pellegrini.  
All’inizio l’accoglienza era diretta a chi veniva da fuori, sia pellegrini che viandanti, in ogni caso di pauperes et peregrini, poi l’assistenza fu estesa anche ai poveri locali e quindi ai malati. 
In quasi tutte le città ed i villaggi d’Europa troviamo ospedali destinati ad accogliere pellegrini e a curare malati. Con tali funzioni l’assistenza viene gestita, in particolare all’interno delle città, dai municipi o da altri enti cittadini che trasformano in senso moderno i vecchi ospedali per pellegrini.  
La locazione degli ospitales ha spesso anche valore politico, economico e strategico perché influiscono sulle soste ed indirizzano il flusso dei mercanti e dei pellegrini lungo percorsi voluti.

I Gosos, canti paraliturgici sardi
I giorni 4 e 5 marzo 2017, il Rettore della Confraternita è stato in Sardegna per la nomina del nuovo Priore del Capitolo Sardo.   Come da tradizione la cerimonia è iniziata con la partecipazione, da parte dei presenti, alla Santa Messa.   Al termine della liturgia i fedeli hanno intonato un goso in lingua sarda dedicato a Santa Maria dei Martiri.   
Con la parola “goso”, e “gosos” al plurale, si indicano i componimenti poetico-musicali di contenuto paraliturgico, devozionale e agiografico che in diverse occasioni in lode a Cristo, alla Madonna ed ai Santi vengono cantati similmente alle preghiere, per invocare aiuto e protezione. In passato i gosos hanno favorito la trasmissione della fede, avendo una struttura che li rende facilmente memorizzabili, patrimonio proprio della dimensione orale.  

San Giacomo in Sardegna
Secondo la tradizione San Giacomo, durante il viaggio che lo avrebbe portato in Spagna, fece tappa in Sardegna e vi diffuse il cristianesimo. Nel convento francescano di Fonni si conserva un grande quadro settecentesco che mostra lo sbarco di San Giacomo ed alla sua base c’è un’interessante didascalia. Questa ci da precise informazioni del viaggio dell’Apostolo: “nel 35 d.C. San Giacomo, il 20 agosto, s’imbarca a Giaffa per la Spagna ed approda in Sardegna”.   Il quadro mostra sullo sfondo il vascello in rada e una scialuppa diretta verso la spiaggia con San Giacomo vestito da pellegrino, al centro il Santo che predica ad una folla d’improbabili pagani vestiti sontuosamente e alle spalle del Santo dodici discipulos de Santiago”.  E’ interessante notare che nel quadro appaiono anche San Pietro e San Paolo che altre tradizioni dicono avessero anch’essi predicato in Sardegna, ma sono inseriti in modo marginale, probabilmente per essere giunti dopo il passaggio di San Giacomo.

Venticinque anni a San Nicolas de Ponte Fitero
Quest’anno celebriamo il 25° della nostra presenza a San Nicolas. Festeggiamo l’anniversario con una serie di fotografie che ne ricordano l’origine e lo sviluppo. Quando vi siamo giunti erano solo rovine abbandonate... L’hospital ha accolto circa 30.000 pellegrini, nostri confratelli vi hanno svolto il servizio di hospitaleros; a tutti, pellegrini, confratelli, abitanti della zona, hospitaleros, che hanno condiviso quest’avventura, dedichiamo le foto.

Terminati i lavori di restauro e consolidamento del Santo Sepolcro
Alla fine dei lavori si è tenuta una cerimonia per celebrarne la felice conclusione, a cui hanno partecipato cattolici, ortodossi ed armeni. Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha sottolineato che “all’interno delle tre comunità preposte al Santuario si parlava ormai da anni della necessità d’intervenire con lavori di restauro, ma bisognava trovare un modo che rispettasse la situazione e avesse coinvolto alla cooperazione tutti”.  
Durante la Quaresima e il tempo di Pasqua il Santo Sepolcro diverrà il vero centro della comunità cristiana universale.   Quest’anno poi, per una felice coincidenza, la Pasqua sarà celebrata lo stesso giorno dalle tre comunità religiose, cogliendo cosi ancora di più i valori e la ricchezza dei riti e delle liturgie, sia cattoliche che orientali.
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Paolo Caucci von Sauken riceve il premio internazionale Aymeric Picaud
Nel corso di un’affollata e solenne cerimonia tenutasi all’Hotel San Marcos di Leon, antica sede dell’ordine di Santiago, è stato assegnato, lo scorso 21 gennaio, al prof. Caucci, Rettore della nostra Confraternita, il Premio internacional Aymeric Picaud.  
Il premio, promosso dalla Liga de Asociacxiones de periodistas del Camino de Santiago, che riunisce molti giornalisti spagnoli che si occupano di pellegrinaggio, è stato motivato, tra l’altro, “per la vasta opera di ricerca scientifica e per l’impegno personale profuso per quasi cinquanta anni in difesa e valorizzazione del Cammino di Santiago”.  
Dopo la laudatio tenuta dalla professoressa Margarita Torres Sevilla y Quiñones dell’Università di Leon, il professor Caucci ha risposto con una lectio sull’attuale rinascita dei pellegrinaggi compostellani. Ha concluso ringraziando e dedicando il premio a quanti hanno condiviso con lui al lavoro svolto, in particolare, i membri della Confraternita di San Jacopo di Compostella

La stanza di Giacomo
Nello splendido castello di Coira fondato nel XIII secolo dal vescovo Enrico IV di Monfort, all’entrata della valle di Mazia, in provincia di Bolzano, troviamo la singolare testimonianza di un pellegrinaggio in Terra Santa. Il conte Giacomo Trapp VII nel 1561 decise di partire in pellegrinaggio per il Santo Sepolcro e si fece fare una statua in legno di cembro a grandezza naturale. Il mantello usato per il pellegrinaggio e la statua si possono ancora ammirare nella stanza detta di Giacomo.

A Genova il XV Incontro Compostellano in Liguria 
Il quindicesimo Incontro Compostelliano in Liguria si è svolto il fine settimana 25 e 26 febbraio al Collegio Emiliani di Genova Nervi, accogliendo confratelli, pellegrini e amici per la consueta condivisione di testimonianze, approfondimenti, riflessioni nel nostro stile ormai consolidato. 
 

Pellegrini a Santiago
Prospetto del numero totale dei pellegrini (che hanno ritirato la credenziale) giunti a Santiago negli anni che vanno dal 1983 al 2015.

La conchiglia e il bordone
Recensione del libro della professoressa Rossana Bianco dell’Università di Bari che delinea le coordinate essenziali della diffusione del culto e dell’iconografia di San Giacomo in Puglia ed offre un panorama ampio e convincente della complessa vicenda. 

De Peregrinatione 
Il libro è una collectanea compilata in occasione del 75° genetliaco del professor Paolo Caucci von Sauken, e raccoglie i saggi di noti esperti di pellegrinaggio provenienti da Università e Centri Studi di tutta Europa.  Si affrontano, nell’ambito delle proprie competenze, questioni relative alle origini del pellegrinaggio a Roma, a Santiago e a Gerusalemme, alle principali manifestazioni ed interpretazioni del pellegrinaggio medievale, alla civiltà sorta intorno alle vie che hanno articolato questa complessa realtà e alla iconografia che ne ha raccolto il senso e il significato. Ne è derivato un libro unico nel suo genere, che costituisce uno snodo essenziale per i rinnovati studi sulla tematica de pellegrinaggi.. 
 

Oltre la soglia di un ospitale
Basta passare la soglia di questo libro e leggere le prime pagine per comprendere che si è entrati nel mondo vero e profondo del pellegrinaggio. Angela Ruffino, con un linguaggio chiaro ed emotivo, pieno di immagini e sensazioni dirette, vi descrive le sue esperienze di pellegrina e di ospitaliera da un osservatorio privilegiato. Ne deriva un’antologia completa di ricordi, considerazioni e valutazioni che dimostrano come pellegrinaggio e ospitalità siano due realtà intimamente legate.  

Il cammino del Beato Enrico
Un itinerario di fede e di storia lungo i grandi fiumi Adige e Brenta e Sile tra chiese, ospitali, castelli monasteri, in un paesaggio di rara bellezza e suggestione.
Le celebrazioni nella Diocesi di Treviso per il VII centenario della morte del Santo sono state il contesto in cui è nata l’idea d’individuare e proporre il Cammino del Beato Enrico. Paolo Spolaore studioso della viabilità nel nord-est e della presenza della cultura compostellana nel Veneto, ha raccontato in un opuscolo-guida il contesto storico, ha traccaito l’itinerario, descritto i siti d’interesse storico e di accoglienza “povera” lungo il Cammino ed infine fornito utili e pratici suggerimenti ad uso dei pellegrini. 




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