Confraternita di
San Jacopo di Compostella

Spedale della Provvidenza
di S.Giacomo e S.Benedetto Labre

Racconto di un solstizio d’inverno

21 dicembre 2008 – Inaugurazione dello Spedale della Provvidenza

Era arrivato l’inverno ma sembrava primavera. Così potrebbe cominciare questo racconto e così lo faccio cominciare…

La notizia dell’apertura del nuovo ospitale per pellegrini a Roma si era sparsa nell’aria come fosse un vento di primavera scaldando i cuori e movendo le speranze di molti. Era ora, si diceva, era quello che da tanto tempo doveva accadere. Da troppo tempo il pellegrinaggio Ad Sedem Petri non aveva un luogo per accogliere chi arrivava dopo il lungo cammino.


E così in tanti erano convenuti, fedeli, curiosi, pellegrini. Le suore, le Figlie della Divina Provvidenza erano in fermento. In chiesa si facevano già da un pò le prove dei canti. Il celebrante, Mons. Karel Kasteel, Segretario del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, era arrivato ed era a colloquio con Don Paolo Asolan, Assistente spirituale del capitolo romano della Confraternita, per gli accordi della S. Messa. Su al primo piano, nei locali dell’ospitale, la Confraternita si stava preparando indossando gli abiti con la solita gioiosa confusione. Finalmente anche l’ultimo fu pronto. Si poteva partire. Lo schieramento per la processione in fila per due mise in evidenza come essere pellegrini è un po’ rimanere bambini: in fila per due sarà sempre difficile starci. Il Rettore Paolo Caucci von Saucken ancora una volta non volle sentire ragioni e sistemò le cose.

Alla fine, in composto silenzio, la confraternita arrivò nel piazzale del convento. Mons. Kasteel, gentile e affabile salutò uno ad uno tutti i confratelli. Poi arrivò M. Carmen Perri Superiora Generale delle Figlie della Divina Provvidenza e Lucia Colarusso, Priora del capitolo romano della Confraternita. Ancora saluti e foto di rito. Era ormai ora di entrare in chiesa.

Chissà cosa avrà pensato da lassù la Venerabile Elena Bettini, fondatrice delle Figlie della Divina Provvidenza, della festa che si stava svolgendo nella sua casa nel giorno del suo genetliaco in Cielo. Un bel modo per festeggiare il 21 dicembre. Un bel segno di speranza.

Al termine della S. Messa ci fu anche il momento per accogliere in Confraternita tre pellegrini. Il momento solenne e la gioia dell’evento fecero fare quel giorno una deroga al Rettore nell’investire tre nuovi confratelli al di fuori della sede tradizionale della Confraternita in quel di Perugia. Lunga vita ai nuovi confratelli, lunga strada alla Confraternita!

Ma il momento più significativo doveva ancora svolgersi. Tutta l’assemblea fu fatta spostare nei locali dell’adiacente teatro. A vedere bene ora si potevano contare le persone. Tutte le sedie erano occupate. Eravamo in tanti quel giorno.

Sul palco presero posto il Rettore, il Monsignore, la Madre Generale e l’Assistente spirituale.
Non fu solo un semplice scambio di saluti. Furono pronunciate chiare dichiarazioni d’intenti, speranze e auspici: qui si apre un luogo per i pellegrini…, qui dovrà esercitarsi la carità cristiana…, qui si accoglierà come un fratello chi ha a lungo camminato…, lo si comprenderà nel suo bene e nel suo male…, lo si inviterà alla preghiera…, lo si aiuterà nel suo cammino spirituale…, lo si accudirà nei suoi bisogni materiali…, un rifugio per l’anima e per il corpo…, un luogo che i confratelli ospitalieri e le Sorelle della Divina Provvidenza cercheranno di rendere luogo di pace e fraternità….

Quale impegno, quali aspirazioni: Divina Provvidenza, solo tu potrai aiutare questi audaci!
Gli applausi che seguirono furono tanti e prolungati. L’emozione era condivisa, una felicità generale univa i cuori. Fu un bel momento. E anche se era da tempo arrivata l’ora di pranzo il buffet che era stato allestito aspettò ancora un po’ prima che gli fosse fatto onore. C’erano ancora auguri e saluti da fare.
Poi alla fine si andò a pranzo e, a differenza del solito, gli ultimi che arrivarono trovarono ancora qualcosa sui tavoli.

Questo è quanto è successo quel giorno. Chi racconta c’era e ne offre testimonianza.

Era arrivato l’inverno ma sembrava primavera…

Ultreya, semper!!
M.D’A.