Duecentocinquantuno chilometri a piedi da San Giovanni d'Acri, nella Galilea, a Gerusalemme
per portare una «testimonianza di pace in una Terra Santa sempre più lacerata da conflitti e da guerre»
e per «rilanciare le vie di pellegrinaggio nei luoghi in cui è nato Gesù». Come spiega
Paolo Caucci von Saucken, fondatore e rettore della Confraternita di san Jacopo di Compostella di Perugia, è
così che i membri della confraternita hanno scelto di festeggiare il 25° anniversario della fondazione.
Il pellegrinaggio è iniziato il 29 settembre e si concluderà il 10 ottobre. Secondo l'antica formula
di «Fraternitas peregrinorum», il pellegrinaggio esisteva già alla fine del 1300. Ma è
solo nel 1989 che l'allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ennio Antonelli, oggi cardinale e arcivescovo
di Firenze, la ricostituì formalmente con un decreto di erezione canonica. «Questo pellegrinaggio
è un'occasione per riflettere, crescere interiormente e conoscere di persona la realtà di questa
terra così tormentata - dice Caucci -. Ma soprattutto è un modo per celebrare degnamente il nostro
anniversario portando sul Santo Sepolcro la storia, la passione, le speranze della nostra Confraternita e il suo
futuro, dopo tanti pellegrinaggi a Santiago e lungo la Via Francigena».
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Dal
1989 a oggi l'organizzazione della confraternita ha assunto una dimensione internazionale, articolata
attraverso una serie di priori che ne assicurano le attività sul territorio. Insieme al Centro italiano
di studi compostellani dell'Università di Perugia, riunisce circa 1600 persone, quasi tutti ex pellegrini.
Ha sede propria, gestisce sul Cammino di Santiago l'Hospital di San Nicolás che accoglie i pellegrini di
passaggio e svolge numerose attività tra cui la pubblicazione della rivista «Santiago». Il pellegrinaggio
jacopeo in Terra Santa ha preso il via «ufficialmente» da Perugia il 29 settembre con una Messa e la
consegna delle credenziali. Il gruppo, composto da 26 pellegrini, ha iniziato il percorso a piedi da San Giovanni
d'Acri («Akko») in Israele dove ad attenderli c'era il confratello Pier Luigi Ronzani che ha percorso
a piedi tutto il cammino: dall'Italia attraverso la penisola balcanica, la Turchia e la Siria.
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