Pellegrinaggio di
Confraternita
Perugia – Faenza
al
BEATO AMATO di SALUDECIO
ed
al
BEATO NEVOLONE di FAENZA
30 AGOSTO – 11 SETTEMBRE 2004
30/8 Lunedì 1ª tappa
Perugia - Pieve Petroia
Ci siamo incontrati, come ormai tradizione, nella Chiesa della
Confraternita questa mattina alle 8,00. A dire il vero (e anche questa è
ormai divenuta consuetudine) ieri sera molti pellegrini si sono incontrati a
cena al “ Mater Gratie “ e hanno pernottato alla vecchia Abbazia di
MonteMorcino.
Dopo la compilazione delle credenziali e la rituale consegna dei bordoni e
delle bisacce (
“Accipe Hanc Peram….. “ ; “Accipe Hanc Baculum…..” ) abbiamo pregato
affidando il nostro cammino a San Giacomo, Sant’Anna, San Francesco e ai “
nostri “ Beati Nevolone e Amato.
Quindi foto e partenza.
Prima sosta al “ Tempio “ di San Michele Arcangelo in Porta S. Angelo : per
molti è la prima visita e la bellezza dell’edificio fa immediatamente colpo.
Che contrasto con la mole cubica della nuova chiesa di Ponte d’Oddi , che
inquadriamo dall’alto, dopo aver superato l’erta del Monte Ripido! I nostri
padri ci hanno lasciato testimonianze di Fede che ancora ci meravigliano,
nonostante vivessero molto peggio di noi ; cosa diranno delle nostre chiese
( e della nostra fede) tra qualche secolo ?
Dopo Ponte d’Oddi scendiamo a San Marco e quindi a Cenerente, dove sostiamo
presso l’unico “bar “ del paese, erede – forse – di una più antica stazione
di Posta lungo la strada per Perugia. Di lì tutta una tirata, attraverso
Colle Umberto e Maestrello, fino a Pieve Petroia, nostra prima tappa.
La chiesetta e la canonica (ex) sono state messe a nostra disposizione da
Don Antonello Pignatta, Parroco di S. Maria di Case Bruciate (Perugia). La
casa è ristrutturata e semplicemente arredata; i cartelloni alle pareti
parlano di campi scuola e compleanni di ragazzi, la chiesa è messa molto
peggio, anche se tuttora agibile. Dopo il pranzo a base di panini, il
pomeriggio scorre via tranquillo: riposo, pulizia, Messa e cena. La prima
tappa non ci ha messo granché alla prova, anche se sul chilometraggio (come
al solito) i contapassi non concordano ( si va dai 14 ai 18 km.). Si è
trattato infatti di un percorso molto corto e facile, solo il caldo e
l’asfalto hanno complicato un po’ la vita; ma ho l’impressione che né l’uno
né l’altro ci abbandoneranno facilmente !
Ma chi sono i pellegrini che hanno iniziato questo cammino ?
1
Paolo Caucci von Saucken
Rettore
Perugia
2
Rodolfo Tassinari
Priore
Faenza
3
Mauro Sala
Confratello
Vimercate
4
Bruno Bosia
Confratello
Prato Sesia NO
5
Don Paolo Giulietti
Cappellano
Perugia
6
Franco Stagni
Confratello
Bologna
7
Giuliano Giusti
Centro Studi
Casinalbo MO
8
Anna Barbieri
Centro Studi
Casinalbo MO
9
Lucia Mazzucco
Bologna
10
Ugo Pasini
Padova
11
Federico Danielli
Cuveglio VA
12
Renzo Carchen
Castano Primo MI
13
Innocente Misani
Bellusco MI
14
Giovanna Passoni
Bellusco MI
15
Grazia Iadanza
Vimercate MI
16
Giuseppe Sala
Usmate M
17
Maria Radaelli
Usmate MI
18
Mario Fabio Zoratti
Schio VI
19
Giuseppe Binotti
Cremona CR
20
Francesca Romana Lepore
Consorella
Perugia
21
Chiara Leone
Assisi PG
Al di là di noi, però, sentiamo che molti “ camminano “ insieme. Le
telefonate di Rino e Liliana Passoni, di Dario Conti e di Aldo Angeletti ci
fanno sentire vicini tutti i membri della Confraternita.
31/8 Martedì 2ª tappa
Pieve Petroia - Umbertide
Più o meno dalle quattro del mattino, i due o tre galli del vicinato
hanno iniziato ad annunciare il nuovo giorno, che, nelle nostre aspettative,
sarebbe dovuto iniziare assai più tardi. Fatto sia che prima delle sette la
colazione è in tavola e che alle 7,30 lasciamo la casa, ben pulita e in
ordine.
Il primo tratto di strada segue la costa del monte Tezio, dapprima in lieve
salita, poi in discesa fino al paese di S. Giovanni del Pantano. Da lì
seguiamo la statale del Pian di Nese e quindi la S.P. di Maestrello, fino a
raggiungere l’Abbazia ( o Badia ) di Montecorona. Il complesso merita una
sosta, con la cripta del 1000 e la chiesa superiore in stile romanico ( con
aggiunte successive ). Ci fermiamo un po’ ad attendere Franco, che ha
lasciato lì il furgone ( e l’infortunato Giuliano ) per venirci incontro, ma
su una strada diversa !
Prima di mezzogiorno siamo alla Parrocchia di Cristo Risorto ad Umbertide,
meta del cammino di oggi. La chiesa ed i locali parrocchiali – ci spiega Don
Luigi Lupini – sono stati inaugurati solo tre anni fa. Le sale sono pulite
ed accoglienti, anche se non ci sono letti e docce. La chiesa è ampia e,
all’interno, molto gradevole; sulla parete di fondo campeggia una pittura
con Cristo Risorto; sopra di essa cinque grandi quadri con le scene delle
apparizioni del Risorto : le donne alla tomba vuota, alla Maddalena, ai due
di Emmaus, a Tommaso, a Pietro e gli altri sul Lago di Tiberiade.
Anche oggi un pomeriggio tranquillo, con molto tempo libero e per il riposo.
Alle 17,00 Santa Messa ,in parrocchia, celebrata da Don Paolo, che assieme
alla Chiara ci lasceranno per qualche giorno. In questa parrocchia c’è Don
Gerardo, il primo cieco ordinato sacerdote! Oggi ci ha raggiunti un altro
pellegrino : Paolo Sala.
01/09 mercoledì 3ª tappa
Umbertide – Santuario Madonna di Canoscio
Questa mattina non c’erano galli, ma tanto silenzio e abbiamo dormito
bene. Dopo colazione ci siamo ritrovati in chiesa col parroco per le
preghiere del mattino, poi dopo avere ricevuto la benedizione, siamo partiti
per la nostra meta. Abbiamo percorso un buon tratto della statale 3bis
Tiberina. Abbiamo attraversato il torrente Niccone poi i Passi di Niccone e
di Montecastelli in comune di Umbertide. Dopo un po’ di chilometri sosta in
un bar per il caffè e per mangiare la porchetta , comprata da Fabio, assieme
ad una bottiglia di vino di Renzo.
Vicino ad un laboratorio di ceramica, dove siamo entrati ad ammirare la
merce, c’è una bella chiesa dei Santi Cassiano e Ippolito del sec. XI ben
conservata ed in ordine, che un signore gentilmente ci ha aperto per la
visita. Poi via per la Madonna di Canoscio. Dopo una bella salita ecco il
bel Santuario. Siamo alloggiati in una vecchia casetta molto ben restaurata
ed accogliente. Dopo il pranzo ( con il minestrone rimasto dalla sera prima)
docce e riposo.
Alle 17,00 ci siamo recati in Santuario per il Rosario e la S. Messa. Al
termine il sacerdote ci ha parlato dell’importanza dei pellegrinaggi e
dell’aiuto che dobbiamo darci l’un l’altro per camminare bene verso la casa
celeste.
Ci ha raccomandato, al termine del nostro pellegrinaggio, di pregare per
la pace, per la pace, per la pace !!! Fra poco ci troveremo insieme per la cena.
02/09 giovedì 4ª tappa
Madonna di Canoscio – Madonna di Belvedere
Verso le 8,00 lasciamo il rifugio e ci rechiamo al Santuario per le foto
di gruppo, per una preghiera alla Madonna e poi via per la tappa odierna.
Scendiamo per un bel sentiero nel bosco, sistemato di recente e molto bello,
ai margini la stazioni della Via Crucis invitano a pregare. Arrivati a
Febbrecce imbocchiamo la statale per San Secondo, quindi Città di Castello.
La prima visita è al Duomo della città, dedicato ai Santi Floriano ( vescovo
dal 580 al 600) e Amanzio, Patroni della città. Il duomo è a cupola latina
con ricche cappelle laterali, una bella cupola completamente affrescata. Nel
presbiterio un grande affresco di San Floriano che benedice il progetto di
ricostruzione della nuova città.
Nella cripta, grande come il duomo superiore, ci sono le tombe dei Santi
Patroni portate lì dal Vescovo Pietro e le tombe dei Santi Martiri.
In città c’è il mercato e passiamo tra i banchi per recerci in Santa Maria
del Buon Consiglio. La chiesa, non molto grande, è la sede della
Confraternita dei Templari; nella sacrestia ci sono i manti e le tuniche. Il
priore, non avendo a disposizione l’antico timbro, ci promette che ci
raggiungerà nel pomeriggio per timbrare le credenziali. Dopo una sosta in
un bar per i panini, percorrendo una stradina fra i boschi arriviamo sul
colle del Belvedere. La casa dei Frati che ci ospita è molto bella, così
pure la cucina pulita e spaziosa. Arriva il priore della confraternita dei
Templari e timbriamo le credenziali.
Il Santuario, a croce greca in stile barocco, ricorda il Santuario di
Fiorano (Mo), anche se qui mancano i colori. La piccola Madonna è dentro ad
un’urna rivestita di seta, pure la statua è rivestita di tessuto bianco e
azzurro, non ha il velo sul capo, ma i capelli le scendono sulle spalle.
Alle 17,30 ci siamo recati in chiesa per la recita del S. Rosario, poi la S.
Messa, celebrata per noi dal Vescovo di Città di Castello (frate cappuccino,
ex missionario in India per 12 anni).
Nell’omelia, ci ha invitati alla santità, non nelle grandi cose, ma nella
ferialità, nelle piccole cose di tutti i giorni. Ha detto anche di stare
attenti alle piccole cose anche nel male, perché non si diventa delinquenti
in un colpo solo, ma con tante piccole cose. Inoltre, come il pellegrino non
si carica di cose inutili che appesantirebbero il cammino, così nella vita
dobbiamo liberarci del superfluo, per poter camminare più liberi verso la
casa celeste. Dopo la Messa foto di gruppo ed ora una bella cenetta
comunitaria. L’accoglienza dei frati è stata bellissima !
Il Signore protegga voi e le vostre
famiglie per l’intercessione
della “ Madonna del Belvedere “
e la mia benedizione
+ Pellegrino Tomaso Ronchi
Vescovo di Città di Castello
02 settembre 2004
03/09 venerdi 5ª tappa
Madonna del Belvedere – Valico di Bocca Serriola
Dopo colazione , con Padre Antonio ci siamo ritrovati in chiesa per la
recita delle lodi, ci ha poi augurato Buon Cammino e ci ha dato la
benedizione. Abbiamo percorso all’incontrario l’ultimo tratto del cammino di
ieri, poi verso Città di Castello ed alla grande rotatoria a sinistra verso
le Terme di Fontecchio. Da lì una bella strada sterrata ci ha portato verso
il borgo di Antirata, poi al gruppo di case di Caifirenze e poco dopo al
valico di Bocca Serriola (alt 730 s.l.m.). Poco dopo il valico troviamo
un’osteria chiusa per ferie, ma aperta per noi, dove gustiamo ottimo
prosciutto accompagnato da buon vino. C’è anche Giuliano ad aspettarci con
il pulmino, poi proseguiamo per la casa per ferie, nostra destinazione. La
casa è bella ed accogliente. Dopo cena siamo usciti ad ammirare il cielo
stellato e sembrava che la Via Lattea, proprio sopra di noi, ci invitasse a
“ camminare “ !! Alcuni di noi si sono recati all’osteria per il caffè : era in corso una
partita a “bigliardino” fra il gestore ed i suoi famigliari. Invitati a
partecipare, ecco il punteggio : Locali vs Ospiti 5 – 10.
04/09 Sabato 6ª tappa
Valico di Bocca Serriola – Piobbico
Questa mattina, dopo aver letto un pensiero sul senso del “camminare “,
siamo partiti verso il valico di Montemaggiore ed iniziata la discesa
abbiamo recitato il S. Rosario per la pace nel mondo e nelle nostre
famiglie. Il cammino è proseguito sempre su strade sterrate, passando per
Apecchio, dove abbiamo sostato , salendo a visitare la Parrocchiale. Ripresa
la sterrata abbiamo raggiunto la località di Colombara con un magnifico
panorama sui monti attorno, poi la statale 257. da qui mancano 8 km.
all’arrivo. Sosta alla fonte di Sassorotto, dove l’acqua è fresca e buona e
via per Piobbico.
All’arrivo siamo saliti al castello per le foto di gruppo, poi al nostro
alloggio, una casa per ferie.
Alle 18,00 ci siamo ritrovati nella chiesa di San Pietro per la S. Messa, al
cui termine il parroco ci ha dato la benedizione augurandoci di “ camminare
“ sempre tenendo come riferimento la Casa Celeste. Ci ha invitato in
canonica per il timbro alle credenziali e ci ha regalato un bottiglione di
vino di Pole. W il parroco.
Ci ha raggiunti il ns. rettore Paolo Caucci, con il quale abbiamo passato la
serata, poi è dovuto ripartire per Perugia per improrogabili impegni di
lavoro.
05/09 Domenica 7ª tappa
Piobbico – Urbino
Partenza presto, anche se con un po’ di ritardo dovuto forse alla cena
precedente, dove il vino abbondava. Tappa tutta sull’asfalto che comincia a
mettere a dura prova i piedi di tanti, così dopo Urbania e Tufo il pulmino
carica i primi “caduti “ del cammino. Riceviamo la gradita visita dei
confratelli Paola e Claudio Loreggia, venuti appositamente da Monselice, per
consegnarci le mantelline da indossare alle prossime processioni.Recita del
S. Rosario meditato, pranzo con panini e poi giù verso Urbino. Sosta per una
(tante) foto panoramica, poi ecco ad accoglierci alla porta della città il
nostro Rodolfo ,che ci aveva preceduto per organizzare l’accoglienza. La
città è molto antica e bella, il Duomo, perfettamente ripulito è molto
bello, così anche il Museo Diocesano; la chiesa di S. Domenico è meno bella,
ma ha uno splendido portale. La foresteria delle Suore Agostiniane, dove
alloggiamo, è pulitissima ed accogliente. Non avendo cucina a disposizione ,
questa sera ceneremo al “Ristorante Cortegiano “. Ci raggiungono Don Paolo e
Monica D’Atti. Consorella e Priore della confraternita per l’Emilia Romagna,
ci lascia però Chiara che ritornerà più avanti. Ugo ha problemi ai piedi e
domani salirà sul pulmino.
06/09 Lunedì 8ª tappa
Urbino – Saludecio
Siamo partiti da Urbino di buon mattino, lasciando una città ancora
deserta. La discesa verso il fiume Foglia avviene attraverso una
strada di crinale, molto bella e poco trafficata, che abbandoniamo poco
prima del paese di Colbordolo, per scendere a sinistra verso il fondovalle.
Passiamo il foglia su un ponte moderno, dal quale si scorgono le rovine di
un antico ponte che ( come ci dicono a sera) è stato fatto saltare in aria
dai tedeschi durante l’ ultima guerra. Dopo il piccolo abitato di San
Giorgio iniziamo a salire, lungo un percorso ombreggiato, fino al centro di
Mondaino. Ci accoglie una torre con i resti di un ponte levatoio e una
cortina muraria imponente e ben restaurata. All’interno della porta una
bell’immagine di San Michele, che è anche Patrono del paese. Mondaino ,
insomma, invita alla sosta, che si prolunga per un po’, visto che Saludecio
dista appena 2 km. Sono le 13,00 quando partiamo, arrivando poco dopo alla “
Porta Montanara “ di Saludecio.
La sistemazione – preparata e offerta dal Comune – è davvero di lusso ! Le
suore dell’Immacolata gestiscono infatti una casa di ospitalità situata in
un antico convento, ristrutturato nel 2000. Alle 18,00 ci troviamo con il
Parroco, il Sindaco, la Confraternita del Beato Amato ed un centinaio di
persone, per una breve, ma solenne, processione alla chiesa parrocchiale.
Alle finestre gli stendardi rossi e blu con lo stemma della nostra
Confraternita “ adottato “ dai locali. Scopriamo che sono stati stampati dei
bei manifesti che annunciano il programma della serata.
In chiesa celebriamo la Messa, introdotta da un saluto del Rettore e seguita
dalla preghiera presso l’urna del Beato Amato. Dopo la Messa ci mostrano il
Museo Parrocchiale e i ricordi legati al culto del Beato. Stupisce davvero
la devozione passata ed attuale a questo Beato pellegrino, così come
l’abbondanza di ex voto, pubblicazioni, oggetti d’arte…… conservati con
amore da Don Franco e dai parrocchiani. Al termine della visita ci guidano
all’antico Hospitale del Beato Amato, oggi casa di riposo per anziani. Ci
accoglie il suono della piccola campana, una bella statua del Beato Amato
ed il sorriso di suor Clementina. Foto di rito…..e subito cena ! Le cuoche
romagnole hanno preparato di tutto, mettendo alla prova anche la fame dei
pellegrini ! Una giornata memorabile, conclusa con una splendida esperienza
di accoglienza e simpatia, all’insegna della Fede comune.
Ci ha raggiunto un altro pellegrino, Vittorio Manara di Cesena, che sarà con
noi fino a Faenza.
07/09 Martedì 9ª tappa
Saludecio - Coriano
Ancora saluti, stamattina, da parte di tutte le persone che ci vedono
lasciare il paese. Speriamo di poter ritornare, magari in occasione della
sospirata canonizzazione del Beato Amato. Ci scortano i Vigili Urbani, che
ci “ coprono le spalle” nei punti di maggior traffico e negli
attraversamenti pericolosi (fino ai confini del comune).
Il tragitto da Saludecio a Coriano sarebbe assai breve, ma il programma
prevede una deviazione, per andare a venerare il corpo di un altro
pellegrino Beato, il Beato Enrico di Ungheria.
Il percorso fino a Morciano è quasi tutto in discesa, poi saliamo per San
Clemente; di nuovo un saliscendi fino alla chiesetta di Agello, dove la
sosta è allietata da buonissima uva fragolina….. Si prosegue quindi salendo
a San Savino, dove – vista l’ora ancora mattutina – ci concediamo una buona
sosta. Suona mezzogiorno quando giungiamo a Passano. L’anziano parroco – Don
Francesco – ci spiega la storia del Beato Enrico e della sua devozione.
Concludiamo la visita con la recita dell’Angelus.
Alle 13,00 siamo a Coriano, accolti nella casa delle suore della Beata
Elisabetta Renzi. Nel pomeriggio visitiamo la casa, apprendendo notizie
sulla vita della Beata, fondatrice di un ordine di suore dedite
all’educazione dei bambini e dei ragazzi.
Alle 20,45 ci troviamo nella chiesa parrocchiale per la fiaccolata verso la
chiesa delle suore attraverso le vie del paese, noi pellegrini portiamo gli
stendardi ed indossiamo le mantelline della Confraternita. Don Paolo ha poi
celebrato la S. Messa e alla fine ha chiesto la benedizione su di noi , per
l’intercessione della Beata Elisabetta Renzi.
Nel cortile delle suore, dopo la S. Messa, c’è stato un momento di
fraternità con le suore e con la gente del paese ; c’erano dei buonissimi
ciambellani che abbiamo molto gradito, Poi le suore con la gente
intervenuta, ci hanno offerto un concerto di canti popolari, cominciando da
“ Romagna mia “ ecc.. Al “concerto “abbiamo partecipato anche noi, rimanendo
a cantare in santa letizia fino a mezzanotte, poi a nanna, dove è
ricominciato il concerto, questa volta per soli russatori, in tutte le
tonalità possibili e così fino all’alba. Alcuni pellegrini, stanchi della
musica, sono andati a dormire sul prato o nei sottoscala. Potenza di certa
musica !!
08/09 Mercoledì 10ª tappa
Coriano – Villa Verucchio
Il cielo questa mattina era limpidissimo e invitava a metterci in
cammino, ma prima abbiamo pregato con le suore che ci ospitavano, ci hanno
augurato Buon Cammino e ci hanno invitato a ritornare presto a casa loro,
sarebbe molto bello. Abbiamo salutato - con rammarico – Don Paolo e Giuseppe
Binotti che ci lasciano : il primo per impegni legati al suo ministero
pastorale, il secondo a causa di un persistente dolore al ginocchio che gli
impedisce di camminare.
Abbiamo attraversato il paese, poi su verso Ospedaletto. Dopo alcune colline
siamo a San Patrignano, salutiamo alcuni ragazzi della Comunità, poi giù
verso Cerasuolo Ausa, attraversiamo il torrente poi di nuovo in salita e
così fino alla meta. A Villa Verucchio siamo ospiti dei frati francescani,
nel convento più vecchio dell’Emilia Romagna. Nel chiostro c’è un grande
cipresso piantato da San Francesco nel 1213, ora è alto 25 metri e
circonferenza base di 7,30 metri. La prima cosa che facciamo arrivati nella
foresteria del convento, è quella di pulire, perché è tutto molto sporco,
poi finalmente doccia , bucato ecc..
Il chiostro del convento è molto bello e c’è un’atmosfera di pace, come pure
la cappella di San Francesco. La chiesa è grande e bella. Alle 18,00 ci
rechiamo in chiesa per la S. Messa, è la festa della Natività di Maria,
alcuni si fermano anche per i vespri. Poi a cena e a nanna.
09/09 Giovedì 11ª tappa
Villa Verucchio - Longiano
Dopo il saluto ai frati e le preghiere in “ cerchio “ partenza per una
bella ciclabile lungo il fiume Parecchia che attraversiamo presso Torriana,
poi per la provinciale 14 per Colombare, Trebbio e S. Cristoforo Borghi,
dove il parroco ci apre la chiesa, ma poi non si fa neanche vedere. Una
lunga discesa ed una ancor più lunga salita ci porta a Longiano. Arrivati al
convento del SS. Crocifisso, scopriamo che i frati non sapevano del nostro
arrivo, perché Padre Salvatore (frate guardiano) assente , non aveva
avvisato del nostro arrivo, però ci accolgono lo stesso anche se non troppo
entusiasti perché hanno i muratori in convento.
Lungo la salitona che porta a Longiano sfida fra Federico, Fabio e Anna, ma
Federico è troppo forte e ci stacca. Fabio dice che se avesse mangiato una “
costata “ non sarebbe stato distanziato!
A mezzogiorno si sente il suono delle campane da alcuni campanili intorno e
sembra che il suono si rincorra da uno all’altro ed è molto bello.
Nel convento dei Padri Conventuali siamo sistemati in due grandi camerate,
non male. Siccome la cucina non è agibile, la cena l’abbiamo fatta in un
ristorante indicatoci dal frate facente funzioni di guardiano, dove abbiamo
mangiato bene anche se a prezzo convenzionato di 12 € più extra.
Ci ha raggiunto Giorgio Milani, confratello ed hospitalero, che camminerà
con noi fino a Faenza.
10/09 Venerdì 12ª tappa
Longiano – Bertinoro
Oggi, con la guida di due amici , uno dei quali è il Dr. Enrico Berti
dell’ Accademia dei Benigni di Bertinoro, invitati da Rodolfo che qui
“gioca in casa” e che ci accompagneranno per tutta la tappa odierna, siamo
partiti verso Bertinoro dopo aver detto le preghiere davanti alla chiesa del
SS. Crocifisso. Dopo qualche km. di strada asfaltata, ci siamo inoltrati tra
vigne e frutteti per carreggiate e strade bianche. Abbiamo potuto ammirare
la campagna perfettamente coltivata e siamo arrivati alla chiesa di
Carpineta dove amici del Gruppo AVIS di Calisese (Onore agli organizzatori
!) ci hanno ristorati con succhi di frutta, the e acqua. Ripreso il cammino
dopo le foto di rito, siamo passati per la chiesa di Montereale, per quella
di Acquarola con la bella statuina di S. Francesco ed infine ci siamo
fermati alla chiesa di Mulino Cento dedicata agli Angeli Custodi, dove il
parroco Don Giorgio ci ha accolti con tanta gioia, ha recitato con noi
l’Angelus e ci ha messo a disposizione le strutture della parrocchia, dove
abbiamo potuto pranzare all’ombra degli alberi. Ripreso il cammino, abbiamo
attraversato il fiume Savio in un guado formato da grossi blocchi di pietra,
posati per tutta la larghezza del fiume. Siamo poi arrivati a Tipano, dove
Don Antonio ci ha aperto la bellissima chiesetta romanica del sec.X dedicata
a S. Bartolomeo e ce ne ha raccontato le origini : anticamente dedicata a S.
Maria ed interamente costruita dalle suore ai tempi dell’imperatore Ottone.
Arrivati a Settecrociari incomincia l’asfalto fino a Bertinoro, città
dell’accoglienza. Giunti alla Casa della Carità, dove alloggeremo, riceviamo
il benvenuto da Don Luigi Pazzi, persona specialissima come pure le suore
che, con l’aiuto di alcuni volontari, mandano avanti questa meritoria
struttura.
La cena, preparata da cuoche volontarie è ottima : tagliatelle tirate col
mattarello, piadina e rucola ecc. Dulcis in fundo : un liquore di erba
Luigia, preparato da Don Luigi, che rallegra i pellegrini che restano alzati
finchè la bottiglia non è vuota. Oggi Chiara è ritornata con noi e sono
arrivati anche i coniugi Tornieri, Roberta e Giampiero, confratelli. Nel
pomeriggio, dopo la S. Messa, celebrata nella cappellina della Casa, ci
siamo recati in Municipio, dove siamo stati ricevuti dal Sindaco, la Signora
Ariana Bocchini, con un discorso sulla pratica dell’accoglienza riservata
ai pellegrini fin dal lontano Medioevo dalla città di Bertinoro, tramite la
“Colonna dell’Ospitalità “, alla quale i cittadini mettevano una busta con
il nome ed i pellegrini, presa una busta a caso, venivano alloggiati da
quella famiglia, ci ha fatto omaggio di un piatto in ceramica con i simboli
della città e di una colonna dell’ospitalità in miniatura.
Abbiamo ricevuto la graditissima visita di Fabiano Zambelli di Cesena, che
ha camminato con noi l’anno scorso nel pellegrinaggio al Volto Santo di
Lucca e che , purtroppo, quest’anno non ha potuto essere con noi..
Oggi è stata una delle tappe più belle, dal punto di vista paesaggistico ed
umano.
Ospite della Casa c’è un seminarista irakeno, un bel segno per il mondo di
domani !
11/09 Sabato 13ª ed ultima tappa
Bertinoro - Faenza
La mattina è bellissima, dalla terrazza di Bertinoro si vede tutta la
parte bassa della Romagna, l’orizzonte è tutto mare e cielo.
I nostri “ Beati “ pellegrini, Amato e Nevolone, hanno tenuto lontano la
pioggia dal nostro cammino e ci hanno veramente protetti. Salutiamo le
suore, Don Luigi e lasciamo la città uscendo dalla “ Porta dei Tre Santi “
e in discesa raggiungiamo la pianura sottostante. Per evitare strade molto
trafficate, il Dr. Berti ci guida per una strada bianca lungo il fiume,
attraversiamo la zona del frantoio di una cava di ghiaia, dove il capo
frantoio ci dice che è parente della Beata Elisabetta Renzi e che ha fatto
livellare ed innaffiare la strada per facilitarci il cammino ed a noi ha
fatto tanto piacere.
Lungo quella strada abbiamo recitato il Rosario, ricordando anche oggi le
due ragazze rapite dai terroristi. Finito il rosario comincia la strada
asfaltata che ci porterà fino a Faenza tra vigneti e pescheti. Sosta a
Villagrappa per rifocillarci e lì Vittorio riceve una telefonata che lo
avvisa che la suocera sta male e deve lasciarci. Proseguiamo poi fino al
Cimitero di guerra Inglese, dove Giuliano ci aspetta con il pulmino e dove
ci raggiungono due Vigili Urbani motociclisti, che ci scortano fino a Faenza
ed al Convento delle Clarisse dove pernotteremo.
Dopo la doccia ed un po’ di riposo, indossate le mantelline della
Confraternita, con due stendardi in testa e sempre scortati dai
motociclisti, ci rechiamo in processione, per le vie di Faenza, alla
Cattedrale, per assistere alla S. Messa, terminata la quale, l’officiante
Mons. Pietro Rotondi Canonico della Cattedrale, ci rivolge alcune parole di
benvenuto e ci illustra (presenti anche buona parte dei Faentini che erano a
Messa) la Cappella dedicata al Beato Nevolone, con pregevoli pitture,
raffiguranti i momenti più significativi della vita, le spoglie mortali ecc.
Timbrate le credenziali ritorniamo dalle Clarisse a depositare le
mantelline, poi ci rechiamo al Convento di S. Francesco e parrocchia dei
Cappuccini per l’ Agape Fraterna, preparata superbamente tanto da leccarsi i
baffi. Un grazie di cuore agli organizzatori!
Giungiamo così alla fine della serata e del nostro pellegrinaggio. Il
Rettore (assente giustificato) ci manda i suoi più cari saluti ed abbracci
per telefono e noi poi chiamiamo Don Paolo per fargli un applauso perché si
senta ancora con noi.
Qualcuno parte stasera, altri nel primo mattino, altri ancora in giornata,
un pensiero ed un ringraziamento a tutti, ma, in primis, dobbiamo
ringraziare Nostro Signore, la Madonna,
S. Giacomo, il Beato Amato, il Beato Nevolone, gli Angeli Custodi e San
Michele Arcangelo che ci hanno sempre accompagnato e protetto.