Pellegrinaggio di Confraternita
Ad Sanctum Sepulcrum:
29-settembre - 10
ottobre 2006
La Via di ACRI
Una via sensata -
Una via praticabile
- Una via da far crescere
Cartografia disponibile ...in ebraico
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La Via c'è
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2. Una via praticabile
Accanto alla questione, assai importante, dei fondamenti, c’è quella, non meno fondamentale,
della praticabilità: disponibilità di sentieri e strade utilizzabili dal viandante e di posti in
cui fermarsi a dormire sono fattori decisivi per una via di pellegrinaggio. La soluzione che la “Via di Acri” propone
si serve, in Galilea, di una rete di strade secondarie e di sentieri che consente di camminare in sicurezza e nel
tipico paesaggio locale. La situazione cambia a partire dalla quinta tappa, quando di fatto l’itinerario è
legato a doppio filo alla statale 90, strada di grande comunicazione che percorre Israele da nord a sud e che ha
l’unico vantaggio di essere spesso fiancheggiata da strade agricole laterali o da larghe banchine: pur non essendo
pericolosa, è indubbiamente monotona e lontana dalla tranquillità delle colline di Galilea. Anche
la salita a Gerusalemme, dopo la prima, suggestiva parte nello Wadi El-Kelt, deve affidarsi alla statale 1 (quattro
corsie con spartitraffico) per risalire i contrafforti della Giudea fino alla città santa. Tale situazione
è dovuta alla fatto che in Israele la sentieristica è interamente concepita in chiave di trekking,
praticato solo dagli Ebrei, e quindi è legata alle aree naturalistiche e ai siti archeologici.
In relazione al pernottamento la situazione è migliore. Ovviamente non esistono
albergues de peregrinos nello stile compostellano! Nei siti cristiani di solito sono sempre presenti strutture
gestite da religiosi: costano un po’ (intorno ai 27/30 € per la mezza pensione), però fermarsi presso di
loro è un modo concreto per sostenere la presenza cristiana in Terra Santa, oltre che un’occasione per conoscere
persone e storie molto interessanti. Nelle altre località ci si può appoggiare alla capillare rete
dei kibbutz e degli youth hostess: costano leggermente di più delle case religiose (però offrono
sontuosi buffet e – spesso – anche la piscina, che “fa” poco pellegrinaggio, ma dopo una giornata passata sotto
il sole ci sta proprio tutta!).
Ecco una breve descrizione del tracciato
della “Via di Acri”.
Una guida in formato .pdf sarà presto
disponibile presso la Confraternita.
L’arrivo in Israele avviene all’Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv:
di fatto non è possibile giungere ad Acri via mare. Da Tel Aviv ad Acri, se non si è un numero sufficiente
per noleggiare un autobus, ci si può spostare in pullman di linea o in treno, profittando dell’unica linea
funzionante in Israele.
Il ritorno a Tel Aviv non è un problema: esistono numerosi
collegamento tra la città e l’aeroporto. Unica avvertenza: essere presenti nello scalo almeno tre ore prima
della partenza prevista per il proprio volo (a causa dei complessi controlli di sicurezza).
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Prima parte – La Galilea
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Primo
giorno
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Acri - Ibillim
La prima tappa, lasciata la città di Acri, si addentra nella pianura costiera, tra ampie coltivazioni di
cotone e canalizzazioni per l’irrigazione, fino a toccare i primi contrafforti dell’area collinosa della Galilea,
con la cittadina di Ibillim (o I’blin). Lì ci si può fermare presso la
Guest House di Mar Elias Educational Institutions, un complesso scolastico ed universitario la
cui conoscenza risulta estremamente interessante.
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Secondo
giorno
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Ibillim - Nazareth
Il secondo giorno è caratterizzato dal paesaggio collinare, con l’attraversamento di due dorsali, fino a
giungere alla città di Nazareth. La meta è tra le principali del pellegrinaggio in Terra Santa: per
questo è importante partire per tempo, in modo da aver tempo per una visita senza fretta. Purtroppo i santuari
in genere chiudono abbastanza presto (tra le 17 e le 18) per cui parte del pomeriggio è inutilizzabile allo
scopo.
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Terzo
giorno
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Nazareth - Monte
Tabor
La terza tappa conduce al Tabor. Discesi dalla collina di Nazareth, si percorre la parte più orientale pianura
di Izreel, fino alle ripide pendici del monte della Trasfigurazione. Il percorso è corto, ma la salita è
impegnativa. Di lì a Lavi ci sono altre quattro ore di marcia; noi le abbiamo percorse in autobus, per avere
la possibilità di visitare questo interessante kibbutz.
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Quarto
giorno
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Monte Tabor
– Lago di Tiberiade
La quarta tappa inizia con il suggestivo passaggio perle Corna di Hatthin, luogo della decisiva sconfitta dell’esercito
crociato ad opera di Saladino. Di lì si raggiunge in fretta Tiberiade. Chi è interessato può
fare una sosta presso il sepolcro di Ietro, luogo sacro dei Drusi. Da Tiberiade si può proseguire a piedi
per Nof Ginosar o per Cafarnao (destinazione ottimale), oppure avvalersi di una barca. Non ci sono servizi di linea:
un gruppo può prenotare e un singolo può aggregarsi ad un gruppo. Il purista potrebbe storcere il
naso, ma la traversata in barca è assai evocativa. Una volta sbarcati, restano da visitare ben quattro santuari,
tutti però molto vicini tra di loro.
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Quinto
giorno
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Lago di Tiberiade
La quinta tappa consiste in pratica nel costeggiare tutta la sponda occidentale del Lago, fino a giungere
all’inizio della Valle del Giordano. Vale la pena visitare Tiberiade, mentre deludente è il sito battesimale
di Yardenit (che però consente il contatto con il fiume, altrove impossibile).
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Seconda parte – La Valle del Giordano
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Sesto
giorno
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Valle del Giordano
fino a
Beit She’an
La sesta tappa conduce, lungo la statale 90 (punto di riferimento per le prossime quattro tappe), fino
alla città di Beit She’an, che custodisce uno splendido sito archeologico. Anche qui ci sono problemi di
orario di chiusura: bisogna partire molto presto (ma la cosa non dispiacerà, viste le temperature…). Disponendo
di un mezzo (o di molte energie), si può vistare in alternativa il castello di Belvoi, che domina la vallata
dall’alto di una scoscesa collina.
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Settimo
giorno
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Valle del Giordano
fino a Brosh
Habiqah
La settimana tappa termina al kibbutz di Brosh Habiqah. La sosta è obbligata, per l’assenza di
altre strutture ricettive nella zona.
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Ottavo
giorno
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Valle del Giordano
fino ad Habikah
L’ottava tappa non ha un luogo di sosta coperto: si potrebbe pernottare all’aperto (solo in piccoli
gruppi e meglio nello shabbat o nelle feste ebraiche) nell’area attrezzata di Habikah. Occorre chiedere un permesso
speciale alle autorità militari; il singolo o il piccolo gruppo potrebbero anche provare a farne a meno.
L’alternativa è prendere un autobus alla vicina stazione di servizio per andare a Brosh Habiqah oppure a
Gerico, e al mattino dopo con un’altra orsa tornare al punto di partenza.
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Nono
giorno
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Valle del Giordano
fino a Gerico
Per la nona tappa, quella che prevede l’arrivo a Gerico, bisogna partire per tempo, perché ci
sono diverse cose da visitare che chiudono presto il pomeriggio: Gerico antica, Monastero della Quarantena, centro
città…
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Decimo
giorno
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Gerico – Gerusalemme
La tappa finale è anche la più impegnativa, per lunghezza, dislivello ed asperità
del percorso. Percorrere lo Wadi El-Kelt è una splendida esperienza spirituale e naturalistica, però
si procede a rilento. L’arrivo a Gerusalemme è un’esperienza indimenticabile.
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Terza parte – Gerusalemme
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Undecimo
giorno
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L’ingresso a
Gerusalemme
Dall’undicesimo giorno in poi ci si dedica alla visita della città santa e di Betlemme (che potrebbe
essere raggiunta anche a piedi in poco meno di tre ore). Religione, storia, politica e folklore si intrecciano
in un mix suggestivo ed inquietante, che rende indimenticabile la visita della città di Davide.
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Dodicesimo
giorno
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Le orme della
Passione
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Tredicesimo
giorno
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La Chiesa in
cammino
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