Chiesa eusebiana di don
Cesare Massa Verrebbe da
dire...
VERREBBE
da dire: Un «grande» settembre. Poiché questo aggettivo
sembra troppo abusato, è meglio dire: Un «ricco»
settembre. Per rendersene conto basta fare un giro
attorno alla città e ammirare i risi che stanno
prendendo il colore dell’oro: una ricchezza per gli
occhi dei poeti e degli artisti e anche doverosamente
per i risicoltori. Dentro la città, il settembre è ricco
di iniziative gastronomiche: simpatiche d’allegria,
utili di compagnia, un po
grasse nelle vivande che propongono: la panissa,
l’agnolotto, le rane e altro. Anche la Chiesa Vercellese
sta vivendo il suo «Settembre pastorale» fatto di
seminagioni, di iniziative, di incontri.
Se tutto questo resta sullo «sfondo» naturale e
tradizionale, non mancano, in primo piano, avvenimenti
di altra ricchezza e di vera novità. Per cominciare, la
visita a Vercelli mercoledì 14, nella festa
dell’Esaltazione della Croce, da parte di tutti i
partecipanti nel Monastero ecumenico di Bose ai due
convegni li organizzati con il Patriarcato di
Costantinopoli e con quello di Mosca. Guidati
dai due Vescovi, un centinaio di personalità delle
Chiese Ortodosse hanno pregato in Duomo, davanti al
Crocefisso dell’Anno Mille, hanno visitato la basilica
di Sant’Andrea e il Museo del Duomo, guidati dal Vicario
Generale mons. Versaldi.
Quasi in concomitanza sono giunti i pellegrini della
Confraternita "Jacopo di Comppostela" di Perugia di
passaggio verso la Santa Sindone di Torino. E, dopo di
loro, studiosi e affezionati, alla «Via Francigena», per
incontri, confronti, impegni in ordine ad una
«riscoperta» geniale di quella grande cultura che è
stata quella
medioevale. Corollario di tutto, alcune iniziative più
laiche e anche più rapportate al presente. La prima va
sotto il nome di «Crossinbook»
(libri che si incrociano); la seconda si intitola
«Festival della poesia civile»; la terza si ispira a
Prévert. Dunque, un «Settembre ricco». Ma anche un
«Settembre aperto»: questi uomini austeri per le barbe,
per le tonache, per i canti solenni, rompono un po’ il
nostro orizzonte identitario: ci arricchiscono con le
loro antiche e splendide preghiere, per l’insistenza di
una teologia che vede ovunque la «gloria» di Cristo e
l’azione multiforme dello Spirito Santo.
E i pellegrini? Cosa ci dicono con il loro passo, con la
loro fatica, con il loro dinamismo se non la condizione
continua di «esodo», l’apertura anche rischiosa verso le
novità della storia umana, e la memoria che qui «non
abbiamo una città permanente» e che sempre siamo in
ricerca della «Città futura»?
mer 21/09/2005 da
LA STAMPA
Estratto da pagina VC5l
I pellegrini hanno
visitato la città alla scoperta dei tesori dell’arte Un successo per
«Vercelli e la via Francigena» Fitta serie di
appuntamenti per celebrare la storia medievale
Molti gli appuntamenti dedicati a «Vercelli e alla via
Francigena» Tra questi la messa in lingua latina con i
Cavalieri del Santo Sepolcro e il pittoresco torneo di
spade (in alto) Qui a fianco i pellegrini di San Jacopo
di Compostella di Perugia; accolti dal sindaco Corsaro
[GREPPI]
UN successo per «Vercelli e la via Francigena», una
fitta serie di appuntamenti ideati dall’assessore alla
Cultura Pier Giorgio Fossale. E così il capoluogo e le
massime autorità cittadine e provinciali hanno accolto
con affetto i pellegrini arrivati a scoprire i tesori
dell’arte e della tradizione della città del riso. I
primi ad arrivare sono stati i pellegrini della
Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia:
partiti dal Volto Santo di Lucca erano diretti
alla Sindone. La loro presenza davanti alla basilica di
Sant’Andrea ha dato il via ufficiale ad interessanti
manifestazioni. Vediamone alcune. Al Salone Dugentesco
si è tenuto un «pomeriggio di alta divulgazione dedicato
alla scoperta e alla valorizzazione della via Francigena
e degli itinerari di pellegrinaggio medievali». Ha
presieduto la sessione il preside della Facoltà di
Lettere e Filosofia Giacomo Ferrari e ha aperto gli
interventi l’onorevole Massimo Tedeschi, presidente
dell’Associazione Comuni Italiani sulla via Francigena.
I documenti legati al convegno verranno pubblicati anche
via Internet sul sito
«www.associazioneviafrancigena.com». Ed una sintesi
delle relazioni sarà pubblicata pure sulla rivista
nazionale «Via Francigena», insieme ad un racconto delle
manifestazioni promosse a Vercelli. Ha avuto un bel
successo anche l’evento organizzato nella chiesa di San
Cristoforo per la rassegna de «L’arco incantato»: un
concerto dedicato al grande Viotti.
Al Piccolo Studio di Sant’Andrea, invece, si è tenuta
una riunione dell’Ufficio di presidenza
dell’Associazione dei Comuni italiani sulla via
Francigena, ufficio di cui Vercelli è entrata di recente
a far parte, grazie alla preziosa opera di Maria Rita
Balossino.
A cura di Ar.Tur.O., con ritrovo alla basilica di Sant’Andrea,
si sono svolti gli «itinerari guidati francigeni nella
Vercelli medievale», con illustrazione dei principali
siti della città. Nella cornice del teatro Civico si è
tenuta poi la suggestiva serata dedicata alla poesia di
Jacques Prévert.
Messa in lingua latina con i Cavalieri del Santo
Sepolcro di Gerusalemme, i movimenti, i gruppi cattolici
e le Confraternite di Vercelli. Per ammirare il
Crocifisso dell’anno Mille conservato in Duomo sono
arrivate pure l’Università della Terza Età di Genova
(con il cardinale Tarcisio Bertone) e la Comunità
monastica di Bose. Durante il weekend esposizione dei
codici medievali e festa in piazza Cavour. Tra le tante
iniziative che hanno fatto bella l’»agorà» per la
conclusione della settimana dedicata alla Via Francigena
anche un pittoresco torneo di spade, organizzato dalla
Stanza dei sogni, un’associazione di giovani che
promuove giochi di ruolo e, appunto, «live fantasy»
medioevali.
mar 18/10/2005 daIL GIORNALE DELL'INGEGNERE
Estratto da pagina: 4
ORENO Ha percorso
duemilacinquecento chilometri a piedi come atto di fede In viaggio
verso Santiago
• Il pellegrino cinquantottenne Mauro
Sala, residente in via Asiago 20 a Oreno. Il SUO Ultimo
viaggio di fede lo ha portato a percorrere a piedi In
solitaria i duemila e cinquecento chilometri che
separano
Parigi da Santiago dl Compostella
(pze) Un cammino di duemila e cinquecento chilometri
per ritrovare se stesso. E’ questa l’ultima prova di
fede portata a termine da Mauro Sala, cinquantottenne
residente in via Asiago 20 a Oreno. Il pellegrino,
membro della confraternita di San Jacopo di Compostella
di Perugia, dal 1998 percorre le più antiche vie di
pellegrinaggio europee. L’ultima impresa l’ha visto
coprire i duemila e cinquecento chilometri che separano
Parigi da Santiago de Compostella, la meta dei
pellegrini dediti al culto di San Giacomo. Per
raggiungere la città spagnola, Sala ha dovuto seguire le
vie di San Martino e di Tours, due dei cammini più
antichi ed impervi.
Partito il 25 maggio, il devoto è rimasto in viaggio
fino al 27 luglio.
«Nei tempi andati -ha raccontato Sala - i pellegrini si
riunivano a Parigi per intraprendere i loro percorsi. Il
«Camino Turonensis» è uno dei cammini più duri e meno
frequentati. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata
la meraviglia di coloro che mi incontravano, stupefatti
dal fatto di trovare un pellegrino italiano spintosi
così a nord. Un percorso del genere è piuttosto
impegnativo, ma è il mio modo di manifestare la fede in
maniera diretta. Cammini da solo per centinaia o
migliaia di chilometri, e sei obbligato a fare il punto
della tua vita, spesso scopri qualcosa che ti spaventa.
Capita anche di incontrare tante persone gentili e
disponibili, aperte al dialogo e pronte a farti capire
che il mondo non è fatto solo delle brutture presentate
ai telegiornali, ma è ricco individui che meritano
rispetto e attenzioni».
Le fatiche di Mauro Sala non si sono concluse con il
percorrimento del lungo "Camino", ma sono continuate nel
corso di settembre con il viaggio che l’ha portato da
Lucca a Torino, per promuovere, insieme ad altri
trentaquattro pellegrini, uno dei percorsi italiani più
belli e caratteristici.
In merito, la confraternita ha pubblicato un libro dal
titolo «Guida alla via Francigena», di Monica d’Atti e
Franco Cinti, e pubblicato nel mese di marzo dalla casa
editrice «Terre di mezzo» di Milano.