Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

 

Vita della Confraternita
Cronaca del Grande Pellegrinaggio di Confraternita da
Perugia a Santiago:

tappe da Estella all'Hospital de San Nicolas:

22 giugno 2004
 Estella


Arriviamo a Estella alle 15, dopo il pernottamento a Lourdes presso il villaggio della Caritas francese "Ile S. Pierre", accolti in quanto pellegrini diretti a Santiago de Compostela in nome della Confraternita di Perugia.
Al depositio bagagli della stazione degli autobus di Estella troviamo il bordone e gli stendardi che il gentile responsabile ci consegna augurandoci "buon Camino".
All'albergue dei pellegrini invece l'hospitalero ci accoglie con poca convinzione; dobbiamo spiegargli del nostro arrivo in auto per poi continuare, come staffetta, il cammino della Confraternita, iniziato a Perugia il 6 gennaio. Alla vista degli stendardi finalmente si dimostra disponibile e ci assegna i letti nel rifugio già affollato.
Visitiamo l'interessante città, ricca di monumenti e chiese, che parlano del glorioso passato e del suo essere rotta millenaria dei pellegrini.
Dopo la cena nel rifugio, partecipiamo alla messa delle 20 nella chiesa di san Pedro.
Il cura Maria-José, dopo la messa, è felice di spiegarci l'origine e l'importanza della chiesa, conserva le reliquie di s. Andrea.
Dopo esserci presentati come Giorgio e Lia Milani di Varese, Maria Maddalena Colombo e MariaLuisa Guizzetti di Sovere, Bergamo, ci augura "Buon Camino" e ci incarica di salutargli l'amico don Ignacio, parroco di Granon.
Prima della buona notte ci accordiamo sul percorso del giorno seguente, che ci vedrà arrivare a Los Arcos.


23 giugno 2004
Estella - Los Arcos

Ci incamminiamo alle 6 e decidiamo di passare dal Monastero di Irache. La processione dei pellegrini fa tappa alla famosa fontanella, che oltre all'acqua offre anche del buon vino, da assaggiare con discrezione; si sorseggia appena, data l'ora, ma è l'occasione per accogliere uno dei doni abbondanti che rallegrano lo spirito e alleggeriscono il passo.
Il sentiero che costeggia il monastero pare respirare l'aura sacrale del luogo.
Ci addentriamo di buon passo nei vigneti e nei pioppeti, quando il sole sorge alle nostre spalle, spargendo frammenti di luce intorno; ci fa compagnia il silenzio e in esso sprofondiamo nelle nostre personali meditazioni, dopo aver recitato tutti assieme il rosario.
Passando davanti alla "Fuente de los Moros", ammiriamo sul fondo l'acqua che zampilla trasparente e scattiamo alcune foto con lo stendardo della confraternita: San Giacomo a cavallo e i due pellegrini appresso ci fanno perenne compagnia e rendono solenne il nostro avanzare sulla rotta per Santiago.
Questo cammino di Confraternita, che non era stato da noi preventivato, pare ci doni uno sguardo nuovo su questo sentiero già percorso con tanta gioia. Ci sempre un ulteriore dono in questo Anno Santo.
A Los Arcos troviamo una buona accoglienza da parte degli ospitaleri volontari belgi. Anche questa sera possiamo partecipare alla messa, nella chiesa di Santa Maria, dove il parroco ai numerosi pellegrini presenti impartisce la benedizione e distribuisce nelle diverse lingue la preghiera dei pellegrini.

"El camino del Cielo es estrecho tiene dificultades.
Esige esfuerzo y lucha diaria para cumplir la voluntad de Dios.
Pero vale la pena caminar por el, porque lleva a la vida"


24 giugno 2004
Los Arcos Logrono

Siamo al 3° giorno di cammino e il disagio fisico si fa sentire, forse anche quello psicologico, perchè noi donne temiamo i 28 km della tappa. In ogni caso ci addentriamo nel sentiero felici di vivere il "Qui ed era", lasciandoci permeare delle forme e dai colori del paesaggio suggestivo nei suoi verdi dei vigneti e nei suoi biondi dorati dei campi di frumento. L'ondulazione lieve delle colline intorno regala al paesaggio tanta dolcezza.
Camminiamo speditamente e prima delle 8 superiamo Torres del Rio, la cui chiesa ottagonale del S. sepolcro per, data l'ora, è chiusa.
A Viana invece troviamo la chiesa di S. Maria aperta: entriamo per permettere a Maddalena di sostare davanti alla statua di S. Maddalena penitente.
Con non poca emozione, prima dell'ingresso nella città di Logrono, passiamo davanti di Felicia e al suo leggendario fico, che continua a fruttificare per il piacere dei pellegrini. La figlia, che continua il suo rito, ci mette il timbro sulla credenziale; le diciamo che Felicia è stata ricordata dal prof. Caucci e da Davide Gandini al raduno della Confraternita di Perugia alla fine del mese di maggio. La figlia commossa dice che ha raggiunto il traguardo che è di tutti noi viventi.
Fa molto caldo oggi: la temperatura ha raggiunto i 40 gradi.
Arriviamo al rifugio dove due imperturbabili ospitaliere timbrano le credenziali e assegnano il numero del letto. Su un tavolo a parte due vassoi con pezzi d'anguria, melone, arancia, invitano il pellegrino ad un momento di ristoro.
Mentre noi donne riposiamo, Giorgio si occupa dell'auto, riprendendola dal sito di Estella per spostarla qui a Logrono.
Visitiamo la città ricca di storia, soffermandoci nel suo nucleo antico.
Il rifugio è stracolmo e la notte trascorre insonne a causa del concerto dei "roncador".


25 giugno 2004
Logrono - Najera

Si esce alle 6 dal rifugio e si percorre la periferia della città passando per la Puerta del Camino.
Attraversiamo, recitando il rosario, il parco della Grajera. Superato il bel laghetto artificiale, troviamo un tavolo che espone mele profumate, biscotti e bordoni e che invita il pellegrino a servirsene senza donativo. Sono i doni del pellegrino Marcelino, che vedendo lo stendardo, riconosce la Confraternita ed è felice di mettere il suo timbro sulla credenziale. Marcelino è felice anche di vivere l'evento dell'Anno Santo e sarà il 25 luglio nella Cattedrale di Santiago insieme alle autorità del Camino, tra cui il prof. Paolo Caucci.
La tappa rivela ben presto tujtta la sua durezza con i suoi 29 km, molti dei quali macinati sulla carretera.
A Najera c'è ancora clima di festa, in onore di S. Giovanni Battista. Il sole delle 13 picchia forte, il passo è ormai stanco, le forze stanno venendo meno: ognuno di noi stringe i denti e pensa solo al meritato riposo nel rifugio. Veniamo raggiunti da due pellegrini spagnoli: uno di loro, scopriremo poi essere di Barcellona, si ferma e si avvicina ad un roseto, stacca un bocciolo e si avvicina a una di noi, una pellegrina del Camino, un po' stanca, porgendole la rosa.
Marialuisa ne rimane incantata, insieme alle altre: un semplice gesto, che contiene la grazia del dono e regala inaspettata gioia.
Ci sarà tempo per meditare sul significato dei doni, dei gesti semplici, ma tanto importanti per la loro gratuità, gesti che nobilitano la quotidianità, arricchendo sia chi sa offrire, sia che sa accogliere.
Najera manifesta ai pellegrini transitanti la sua allegria, offrendo "pacharon", dolcetti e vino della Rioja.
Restiamo meravigliati di trovare il vecchio rifugio chiuso, sostituito da una nuova struttura bella e confortevole. Le due ospitaliere si distinguono per la premura e la grazia con cui accolgono i diversi pellegrini con i quali ormai ci accompagniamo da diversi giorni. Tra un "olà" e l'altro i volti si fanno familiari e gli idiomi si mescolano simpaticamente: ci sono alcuni spagnoli, un gruppo di francesi, tre amici di Stoccarda, un viennese, alcune donne inglesi, tre ragazze ungheresi, un brasiliano ... e noi quattro italiani.
La sera partecipiamo alla messa, portando lo stendardo, che attira la curiosità delle donne del luogo, contente di ricevere le nostre informazioni.
Nella piazza la festa continua fino a notte inoltrata; i pellegrini però devono rientrare per le 22.30 nel rifugio.
Spenti il condizionatore e le luci, i pellegrini si ritirano nei loro sacchi a pelo.


26 giugno 2004
Najera - Santo Domingo de la Calzada - Granon

Il rifugio si anima presto e noi con gli altri pellegrini siamo pronti a rimetterci in marcia.
E' un dono per il pellegrino ogni mattina vivere il rito del sorgere del sole e restarne incantato.
Questa mattina l'incontro è così forte che, ad un certo punto deviamo, senza accorgercene dal sentiero indicato dalla freccia gialla. Ci perdiamo così in un mare di spighe gialle, punteggiate qui e là dal rosso dei papaveri: sembra di essere dentro un quadro di Monet.
La deviazione casuale risulta a noi favorevole, perché arriviamo a Santo Domingo prima degli altri pellegrini. Lia e Giorgio decidono di restare nel rifugio ben attrezzato, vicino alla cattedrale. Maddalena e Marialuisa, dopo aver sostato nella chiesa, decidono di proseguire il cammino fino a Granon, per farsi ospitare dal parroco don Ignacio, famoso per l'accoglienza che offrfe quotidianamente ai pellegrini. Il rifugio è suggestivo nel campanile antico della chiesa di S. Giovanni Battista. L'accoglienza calorosa crea un clima famigliare. E' bello per Maddalena e Marialuisa aiutare la giovane volontaria a preparare la cena: sembra loro di rivivere l'atmosfera di San Nicolas.
Si partecipa alla messa e, dopo la cena, all'orazione comunitaria nel coro: don Ignacio ha preparato nelle diverse lingue salmi e invocazioni che i pellegrini, a turno, leggono. Durante la cena , a cui partecipano più di venti persone, con don Ignacio parliamo del Cammino di Confraternita; egli ricorda l'accoglienza che il prof. Caucci gli ha riservato a Perugia, durante un suo viaggio in Italia; chiede di Jacopo Caucci ed è contento di sapere che sarà lui a terminare il cammino, giungendo a Santiago per il 25 luglio.
La serata è stata vissuta in un clima de vera fraternità.


27 giugno 2004
Granon - Belorado

Anche oggi è una bella giornata di sole. Camminiamo, alternando l'asfalto alla terra battuta, superando diverse località, Redecilla del Camino, Castildelgado, Viloria de la Rioja, Villamayor del Rio. E' incredibile come qui il tempo sembra si sia fermato e ci pare di ricordare ogni pietra, ogni fontana, ogni piazza. La tappa è molto facile e arriviamo presto a Belorado, dove troviamo aperta la chiesa di S. Maria; scopriamo che la chiesa di San Pietro rimarrà chiusa per tutto il periodo estivo. Ammiriamo in alto sul campanile i vistosi nidi delle cicogne.
Passeggiamo nella bella piazza circolare: c'è tanta tranquillità qui e la gente del posto ama chiacchierare con i pellegrini.
Terminiamo la sera di domenica con la messa.


28 giugno 2004
Belorado - Atapuerca

Al risveglio abbiamo la sorpresa della pioggia e della nebbia.
Ci affrettiamo ad equipaggiarci, indossando tutti gli indumenti più pesanti che portiamo nello zaino, anche perché in mattinata ci aspetta la salita al Monte de Oca.
La pioggia è leggera, il sentiero non è intriso d'acqua: è un piacere camminare ed ammirare una natura rigogliosa, resa insolita dalle gocce d'acqua. Sulle siepi di erica si appendono ragnatele e la pioggia forma in esse cristalli di luce.
A San Juan de Ortega sostiamo parecchio nella bellissima chiesa, dove ritroviamo il capitello del miracolo della luce. Incontriamo qui Tomaso, un giovane e atletico pellegrino italiano, marchigiano che risiede a Rimini. Partito da Arles, camminando in solitaria sul tratto francese, esprime tutta la sua gioia per questo cammino che gli sta donando, al di là di ogn i rosea aspettativa. Informato del cammino di Confraternita, è contento di sapere della possibilità dell'incontro annuale a Perugia. Gli auguriamo "Buon Camino" fino alla tomba dell'Apostolo. Lui, piacendo a Dio, ci arriverà presto con grande gioia.
Scendendo verso Atapuerca il tempo migliora, si alza un forte vento che spazza via velocemente le nubi.
Ad Atapuerca ci sistemiamo in un nuovo rifugio, che però non ci soddisfa molto. Nel pomeriggio vogliamo visitare il sito archeologico, ma non ne abbiamo la possibilità, perché essendo lunedì rimane chiuso.


29 giugno 2004
Atapuerca - Burgos

La giornata è luminosissima. La tappa è breve, ma attraversare la città è sempre impegnativo.
Oggi troviamo tutto chiuso, perché è la festa dei Santi Pietro e Paolo.
C'è un gran movimento e la calca soprattutto lungo il viale che costeggia il fiume per le bancarella e gli spettacoli offerti dagli artisti di strada.
Decidiamo di fa visita al Signore nella chiesa di San Nicolas, come varchiamo il portale, troviamo il sacerdote che da inizio alla messa. Vi partecipiamo raccolti dentro a questo tempio, scrigno di tesori d'arte.
Facciamo il giro della cattedrale con gli occhi all'insù, ubriacati dalla bellezza delle guglie bianche nel cielo azzurro.
La visita all'interno, a pagamento, offre un percorso obbligato, dove le diverse cappelle gareggiano nel mostrare i gioielli, semplicemente splendidi. Per le 22 si rientra nel rifugio, ormai al completo.


30 giugno 2004
Burgos - Hontanas

Ci si mette in marcia presto, perché la tappa prevede 29 km attraverso la meseta con la colonnina di mercurio sempre più su.
In breve si supera la periferia della città e al primo villaggio fuori, dopo pochi chilometri, la processione dei pellegrini si arresta per il primo rito della giornata, la colazione con sosta ai servizi.
Ormai ci conosciamo tutti e tutti salutiamo sorridenti.
E poi, via di nuovo, zaini in spalla e bordoni alle mani, fino prossimo villaggio, parrebbe disabitato, anzi no abitato da due anziani signori, che informano che lì non ci sta panaderia, non ci sta tienda, non ci sta farmacia.
Ci sta pero un bar con possibilità di ristoro, proprio quello che ci vuole per i pellegrini. E infatti l'intera colonna si ferma e... in fila aspetta il proprio turno, per essere servita da un unico signor barista, impeccabile nel suo modo di servire, che dispensa bocadillos, insalate, bibite fresche e bevande calde: un vero ristoro prima dell'ultimo faticoso tratto di mesetas che conduce ad Hontanas.
Pare di camminare dentro ad un immenso mare dorato, quando il caldo si fa opprimente, ecco l'incanto del vento che spinge in avanti.
Si incontrano solamente alcuni operai, che con mezzi pesanti lavorano allo spianamento della strada sterrata.
Nulla si vede all'orizzonte se non i punti rarefatti dei pellegrini che precedono sulla rotta.
Arriviamo ad Hontanas, un po' stanchi, verso le 14.
Il rifugio fa il pieno presto. C'è chi si affretta a consumare un pasto e chi lo prenota per la sera sia presso il rifugio, sia presso Vittorino, mitico per il suo agnello arrosto.


01 luglio 2004
Hontanas - San Nicola se Puente Fitero

Alle 5 siamo già in marcia e alle 10.30 arriviamo a S. Nicolas con il cuore pieno di commozione, accolti festosamente da José, Marta e Ignacio, che ci scattano alcune fotografie per documentare l'arrivo della staffetta della Confraternita. Gli stendardi del "Sancti Jacobi" per la peregrinatio ad limina e del Beato Amato Ronconi Saludecio sono bene in vista.
Ci si sente a casa qui nell'ermita, in cui abbiamo trascorso momenti memorabili, quali ospitalieri. Col gonfio cuore di nostalgia si parte velocemente...
Chissà quando potremo di nuovo qui passare.
Grazie a tutti, a San Giacomo in particolare per averci permesso questa esperienza, che non era stata da noi calcolata.
A Jacopo Caucci l'augurio per il proseguimento del Camino.

Con un forte ULTREYA!!!

Marialuisa Guizzetti
Maddalena Colombo
Giorgio e Lia

Vai alla tappa Hospital de San Nicolas - Santiago ...

Torna alla tappa Jaca - Estella ...

Torna alla pagina della cronaca del pellegrinaggio...