Racconto-resoconto semiserio del
II corso-incontro per pellegrini e ospitalieri della Via Francigena
(tanto quello serio apparirà sul bollettino di
Confraternita)
Con la partecipazione di:
- tanti pellegrini con la curiosità di capire se potranno essere bravi ospitalieri;
- ospitalieri della confraternita
che hanno condiviso il "gioco";
- un parroco come quelli che vorresti
sempre trovare sulla tua strada;
e con la partecipazione straordinaria
di Mons. Mazza, vescovo di Fidenza
a guidare le nostre anime inquiete.
23 aprile
Siamo di nuovo qui, come lo scorso anno, per partecipare al corso-incontro per pellegrini e ospitalieri della Via
Francigena di Monteriggioni. Sembra ieri che finiva l'altro ed era invece aprile dell'anno scorso.
Nuovi pellegrini e futuri ospitalieri arrivano su fino a Rencine,
alla spicciolata; chi in auto, chi a piedi, chi grazie a un passaggio preso in stazione. Intanto si prepara il
the e lo si sorseggia guardando, come vedette bibliche ("Sentinella, quanto resta della notte?.." Is
21, 11), la Via Francigena che scorre sotto di noi e Monteriggioni che la intercetta a metà.
Il nuovo corso sta per cominciare. Saremo capaci di condurlo
secondo gli obbiettivi? Saremo capaci di fare quella proposta forte di cui la Via Francigena ha bisogno per essere
salvaguardata da appetiti poco salutari per lei? Per proporla come potrebbe essere veramente: non ad uso e abuso
di fini esclusivamente commerciali e promozionali del territorio; non alterata da facili scuse che ne modificano
il percorso per l'incapacità di creare le strutture che permettono al pellegrino di camminare in tranquillità…
ma sono tutti discorsi vecchi, irrisolvibili.
Tanti nuovi attori compaiono sulla Via, attori che appaiono e scompaiono nel giro di 4/5 anni. Fanno opinione,
gestiscono soldi e potere politico, fanno progetti e tutto ciò che realmente serve rimane inesorabilmente
fermo, in perfetto stile italiano.
Bando alle tristezze. Qui sta arrivando tantissima gente:
riusciremo a trovare un posto per farli dormire tutti? I letti sono finiti, si aprono le brande. Per fortuna ne
abbiamo portate 10 da Perugia, la sede di Confraternita. I pellegrini si adattano e si sistemano… è un buon
segno questo: un buon pellegrino si adatta sempre. Sono arrivati quassù dei bravi pellegrini. Il primo esame
è positivo.
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Luigi arriva con la macchina piena di cibarie. È stato
nominato cambusiere, ma credo abbia preso troppo sul serio la cosa. Siamo solo in 50, non in 100. Anche Alberto
si mette al suo posto di combattimento e, risolto un temporaneo problema al gas, parte con la preparazione della
cena. Siamo tranquilli, Alberto durante i pellegrinaggi di confraternita si è ormai fatto onore e Luigi
è abituato a mettere a tavola tutti i pellegrini che arrivano nel nostro ospitale di Roma.
Intanto i futuri ospitalieri fanno pratica di apparecchiatura. Mons Mazza sta arrivando, è tempo di buttare
la pasta.
Che gioia vederlo apparire alla nostra porta, alla porta di questo ospitale. Si siede con noi e la cena inizia.
Poi, a pancia piena e un buon numero di bottiglie vuote, comincia un giro di conoscenza. Ciascuno si racconta brevemente
presentandosi agli altri. Infine Mons. Mazza conclude e con l'occasione riprende vari spunti da alcune frasi dette
dai pellegrini. È stato molto attento. Tutti sono rimasti colpiti dall'attenzione che ha posto nell'ascolto.
Siamo colpiti dalla sua capacità di ascoltare quelle poche cose che ciascuno di noi ha detto, ma che sono
state colte e conservate. Segno e conferma del suo essere un buon pastore a imitazione del Buon Pastore.
Buonanotte pellegrini. Domani sarà un nuovo cammino.
24 aprile
Qualcuno ha già messo su parecchie caffettiere. Quando scendo io sono quasi tutti a tavola per la colazione.
E pensare che sono scesa in anticipo. Beati pellegrini dall'oro in bocca mattutino.
Ma è ora di cominciare il ballo. Mons. Mazza dopo la preghiera comincia a parlare. Ha preparato per noi
una bellissima relazione. Il tema è quello che dà il titolo all'incontro: "Ospitalità
come incrocio di cammini diversi".
Mille spunti ci vengono proposti,
prendo appunti: Gesù come paradigma del pellegrino ospite; dobbiamo cercare le vere ragioni del nostro essere
ospitali che non si devono fermare ai sentimenti o alla pietà, ma arrivare fino alla carità, segno
distintivo del discepolo di Cristo capace di donare in gratuità cose che non hanno prezzo (cose che non
sono gratis, anzi che costano fatica, ma che alla fine non hanno prezzo perché il costo non è quantificabile,
non ha proprio senso monetizzarlo; il dono è qualcosa di superiore). Dono che anche il pellegrino è
capace di portare: il suo dono è lui, la sua storia, il suo essere pellegrino. Se l'ospitaliere è
capace di servire senza riserve, suscita domande, stupore, interrogativi e in questo frangente "accade il
Vangelo".
L'ospitaliere non ha meta, ma favorisce la meta dell'altro; nel profondo deve sentire di essere uno che favorisce
la meta del'altro, immedesimandosi nel pellegrino che arriva ricordando quando fu pellegrino a sua volta, quando
era in cammino. I veri ospitalieri lasciano il segno, vengono ricordati dai pellegrini non perché li hanno
fatti divertire, non perché hanno fatto gli imbonitori, i goliardi, ma perché sono stati vicini,
come angeli temporanei, nel tempo della loro sosta nell'ospitale. Questi e tanti altri sono gli spunti che cogliamo,
ma lasciamo qui l'occasione di leggere direttamente dallo scritto di Mons. Mazza.
E
tempo di ripartire per Mons. Mazza e lo salutiamo, grati e un po' dispiaciuti di non averlo ancora con noi. Nel
corso della mattina è poi arrivato anche il nostro rettore Paolo Caucci che si ferma per un breve saluto
e riparte anche lui.
E abbiamo tanto altro da fare. Si parla di Via Francigena, di realtà attuale, dei problemi dell'essere pellegrino
e ospitaliere in questa contemporaneità. Arriva in fretta l'ora di pranzo, anche troppo.
Nel pomeriggio si riprende. Abbiamo pensato di
leggere il racconto che scrissi anni fa: "Gialla è la Via, ovvero l'albero delle Cerbaie e il pellegrinetto".
Ci è sembrato il modo migliore per introdurre in semplicità vari temi che ci premono: il senso della
via e dell'essere pellegrino; il servizio alla via nell'essere Custode della Via e ospitaliere; la storia che ci
ha preceduto su una via che è stata utilizzata da tanti prima di noi e che altri hanno servito come ospitalieri;
il senso di un cammino che non si ferma.
Non so se tutto è stato colto, se il messaggio è arrivato, se quelle generate dal racconto sono state
solo suggestioni passeggere, ma crediamo fosse il caso di leggere e condividere, anche perché è stato
scritto proprio per i pellegrini.
Poi è il momento di Chiara che ci intrattiene
con un'accurata e nel contempo simpatica lezione di storia dell'ospitalità tra santi pellegrini e santi
ospitalieri che hanno lasciato il segno e tracciato la strada, quella che adesso cerchiamo di seguire.
È tempo infine di partire. Ci si muove verso
Castellina Scalo dove sarà celebrata la S. Messa. Nel tragitto incontriamo la cantina del Castello di Rencine
e si sa come fanno i pellegrini… Con pan y vino, se hace el Camino … e così si entra per un assaggio!
Continuiamo
a scendere. Peccato che gli sterrati che solchiamo siano ben fangosi e alla fine ciascuno di noi cresce di qualche
centimetro appesantendosi di qualche etto di terra di Siena sotto le scarpe. Prima di entrare in chiesa il lavoro
più grosso sarà pulirsi per evitare di lasciare un bel ricordo. Ma è stato un bel cammino.
Per la cena siamo ospiti della parrocchia nella sua nuova struttura. È un bel salone già apparecchiato
e arriva calda la pastasciutta e formaggi e salumi e vino… qualcuno sta cominciando a dire che si mangia troppo
in questo incontro.
Ritorniamo in chiesa per la compieta, poi si riparte nella notte verso il nostro ospitale. Decidiamo di non tornare
per boschi e di fare la strada carrozzabile, un po' più lunga, ma senza fango. L'anno scorso tornammo per
sentiero e fu molto bello, ma il terreno quest'anno non permette una marcia notturna tranquilla.
25 aprile
La prima parte della mattinata la passiamo sul prato, sotto uno splendido sole a parlare di aspetti pratici e tecnici
dell'ospitalità. Qui le esperienze di alcuni confratelli sono molto importanti. Non è sempre facile
accogliere i pellegrini, ci sono mille pensieri e preoccupazioni che sorgono nei diversi frangenti: l'orario di
apertura dell'ospitale, di partenza la mattina, chi sta male e non può ripartire, il momento della preghiera,
come condividere, come accogliere, di cosa ha bisogno il pellegrino che è appena arrivato alla soglia dell'ospitale,
di cosa ha bisogno il pellegrino mentre è in ospitale e prima di partire… tempi, modi; e poi… devo accogliere
anche i turisti? Come si distingue un turista o un camminatore di corto raggio da un pellegrino e come comportarsi
nella maniera giusta con ciascuno? Cosa è giusto? Cosa ha senso?
È stato un bellissimo momento, secondo me. Si è parlato a ruota libera, ma si sono fatte anche valutazioni
importanti. Ho visto crescere la coscienza della Via.
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Poi si parte: vernice, pennelli, sagome. Intervengono alcuni Custodi della Via che
fanno un'adeguata introduzione su alcune accortezze tecniche e di opportunità poi si comincia. La missione
di questi nuovi Custodi della Via in erba è di segnare il tratto da Monteriggioni a Rencine per aiutare
i gruppi di pellegrini che pernottano a Rencine. Mi ricordo che anche noi (eravamo in 50 confratelli in cammino
sulla VF) arrivando a Monteriggioni nel 2006 facemmo fatica a trovare il sentiero per salire fino a Rencine e ci
perdemmo tra queste colline piene di pieghe. Così con il colore azzurro e la sagoma del pellegrinetto dei
Custodi della Via cominciamo a scendere verso valle e a segnare il percorso nei luoghi più opportuni.
Si è deciso di non dipingere il pellegrinetto con il giallo che contraddistingue
tutta la Via Francigena, dal Monginevro a Roma. Non vogliamo che si creino confusioni, questa è solo una
variante funzionale per raggiungere un ospitale che ospita grossi gruppi. Per il singolo pellegrino il luogo di
ospitalità rimane per ora Monteriggioni.
Abbiamo fatto un servizio: don Doriano ce lo aveva richiesto, il padrone del terreno ci ha autorizzato. I pellegrini
saranno contenti. Speriamo restino fino al prossimo anno i segni. Con il nuovo corso, il terzo, che faremo nel
2011, andremo a verificare.
Si torna su, si pranza
ed è ora dei saluti. Vedo sorrisi e abbracci. Siamo tra pellegrini, sono saluti pellegrini.
Spero che con tutti ci sia l'occasione di rivedersi. Spero che tanti dei sogni e dei progetti che abbiamo condiviso
in questi 3 giorni si realizzino. Spero che in tanti diventino ospitalieri e per sempre si sentano pellegrini.
In fondo a tutto, una chiosa per spiegare il titolo se non fosse già abbastanza chiaro.
La Via Francigena ha bisogno
di essere costruita dal servizio e dall'amore perché la Via potrà vivere ed esistere solo grazie
alla disponibilità dei tanti che, silenziosamente, con il loro servizio, permetteranno alla Via di esistere
veramente; perché pellegrini possano passare e, veramente ospitati, la loro eterna ricerca di pace, felicità,
amicizia, perdono, amore possa trovare una risposta. Nuovi ospitalieri, pellegrini volontari, sono venuti al primo
corso nel 2009, poi adesso nel 2010 tanti altri. Se il cammino proseguirà nel futuro, anche nel 2011 avremo
altri pellegrini sensibili a questa istanza. Il nostro è un umile contributo e una scommessa sulla realtà
cristiana della Via Francigena.
Ultreya, semper!
Monica D'Atti
"Se è vero che esiste un mondo pellegrino di cui facciamo parte;se è vero che esiste una moltitudine
silenziosa che porta idealmente in una lanterna una fiammella di pace, che lavora ogni giorno nell'anonimato per
la fratellanza, per smussare le divergenze, le disuguaglianze, che si oppone alle ipocrisie, che cammina per andare
a vedere, per andare a conoscere;se è vero che molti sono alla ricerca dell'Essenza della Cristianità;se
è vero che questa moltitudine silenziosa che affiora di tanto in tanto, è quella moltitudine di piccole
gocce nell'oceano, anzi di fiammelle che hanno veramente sempre fatto la storia,nonostante quelli che urlano e
la storia la scrivono solamente…". (Marino Del Piccolo)
… se è vero in questi giorni lo abbiamo testimoniato. L'augurio è di farlo sempre, per sempre.Ultreya,
semper! Monica |
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