La Francigena
dei Pellegrini

 

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La Via Francigena

Intervista a Monica D'Atti e Franco Cinti

 

La Confraternita di S.Jacopo di Compostella

Ufficio stampa "ad limina Petri"

Come nasce l'idea di scrivere una Guida sulla via Francigena?

L'idea di scrivere la Guida sulla Via Francigena non nasce da noi. Ce lo hanno chiesto. Ce lo hanno chiesto nel 1994 i pellegrini incontrati sul Cammino di Santiago. Tutti chiedevano a noi due, pellegrini italiani, per quale strada arrivare a Roma. Per noi era un po' difficile dare la risposta. Non conoscevamo allora tante alternative alla strada asfaltata e il consiglio che potevamo dare era tristemente insufficiente. Con questo cruccio siamo tornati in Italia. Abbiamo da subito cominciato a prendere parte alle attività della Confraternita di San Jacopo di Compostella e lì già da tempo si pensava, si ricercava e si camminava sulla Via Francigena. Il Prof. Paolo Caucci, il rettore, aveva già fatto studi storici e aveva parecchio materiale e suggerimenti da darci.
Fu così che nel 1998 si decise in Confraternita di dare un senso compiuto a questi lavori e noi due fummo incaricati, anche per la nostra esperienza scout, di scrivere la guida. Raccogliemmo i lavori già fatti e provammo anche noi a cercare nuovi tratti. Il primo grosso lavoro fu la scoperta di un percorso alternativo alla Via Emilia da Piacenza a Fidenza. Fu un grosso risultato. Ci vollero tre giorni di esplorazioni ma riuscimmo a trovare la soluzione che allungava solo di tre chilometri il percorso rettilineo, ma non percorribile a piedi, della Via Emilia. Altri lavori seguirono e nel 2001 uscì la prima guida, pubblicata a spese della Confraternita.
Nel 2003 decidemmo di aggiornare la pubblicazione e di farlo con la massima determinazione e precisione a noi possibile. Partimmo un giorno dal Monginevro, con il GPS in mano, tante carte, buoni scarponi e buon fiato. Esplorammo da quel giorno in poi, per due anni, tutti i sentieri, tutti i percorsi, tutte le alternative, tutte le soluzioni per trovare in ogni luogo la via migliore da percorrere a piedi rispettando il percorso storico della Via, senza deviazioni di fantasia o suggerite da interessi economici o turistici che alteravano il vero cammino del pellegrino. È stato un "lavoraccio". Il giorno che siamo arrivati a Roma ci è sembrato di aver compiuto il più grande pellegrinaggio della nostra vita. Nel dicembre del 2004, grazie alle Terre di Mezzo, abbiamo finalmente visto in mano a dei pellegrini il frutto del nostro lavoro. La missione era compiuta. Ora potevamo tornare sul Cammino a cercare i nostri amici per dirgli che la strada ora c'è. L'abbiamo trovata ed è bellissima.... più bella del Cammino!!

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Raccontare la via Francigena tappa per tappa: quale metodo è stato utilizzato per catalogare le informazioni?

Con ostinato rigore: era la frase che chiosava l'invito alla Route di Soviore che Don Sandro Crippa organizzava tutte le Pasque per gli scout più disponibili ad un impegno un po' più intenso del normale. Era un invito a fare le cose sul serio, un invito a venire per riscoprire il Cristo risorto per davvero, e non tanto per passare dei giorni con amici e far finta di celebrare la Pasqua. Queste parole, con ostinato rigore, ci sono rimaste in testa da allora. Ci invitarono, giovani, a fare le cose sul serio. Ora più che mai sono attuali, in questo mondo dove tanti fanno finta, dove l'importante è dichiarare e non essere. Tanti raccontano di aver visto, di aver fatto, di aver esplorato quando magari si sono solo appena affacciati all'imbocco del sentiero o hanno letto e "copiato e incollato". Il sentiero, per raccontarlo agli altri devi averlo percorso tutto, da cima a fondo, e averne trovato anche le deviazioni, gli errori e le alternative. Solo in questo modo potrai tornare indietro per raccontarlo veramente agli altri. Questo è stato per la VF e questo è per la vita. È tutto qui.
Per rispondere alla domanda possiamo dire che le informazioni le abbiamo raccolte facendo la strada e prendendo appunti. I dati chilometrici e di altitudine sono stati raccolti con precisione con il GPS e tutto il resto appuntato su taccuini di viaggio. Descrizione puntuale del percorso, particolari da segnalare, storia dei luoghi ecc. Poi sono state cercate le ospitalità contattando o incontrando sul luogo persone sensibili e disponibili. Tutto è stato costruito con contatti personali e reali. Tutto è stato verificato e riverificato anche per la seconda edizione del 2006 che contiene importanti novità, scaturite anche dal pellegrinaggio fatto con la Confraternita nel settembre del 2005.

Chiara, semplice, esaustiva. Qual è l'obiettivo della Guida?

C'è un'altra frase scout che ritorna alle nostre menti: "Un capo è colui che parte da solo alla ricerca della bellezza e che la porta agli altri, e che ve li conduce"(Libro di Lezard). Questo è l'obbiettivo della guida: condurre sulla VF tutti quelli che vorranno percorrerla; condurre tutti su quella splendida strada che abbiamo ritrovato, con i suoi mille particolari, le sue bellezze, le sue fatiche e le sue sorprese. Ma condurli come pellegrini, come viandanti che cercano di arrivare alla Meta e non solo come viaggiatori in cerca di un buon giorno di cammino. Persone proiettate verso un futuro che è un traguardo eterno. Per fare questo devi anche dare indicazioni semplici e chiare perchè tutti e non solo pochi "eletti", cartografi o esperti di strade, possano arrivare in fondo al cammino. È per questo che abbiamo cercato di descrivere con tutti i particolari necessari la strada: ben sappiamo che ogni bivio è un problema. Anche le cartine sono state disegnate apposta per potervi inserire quei particolari che nessuna carta potrà raccontare.


900 chilometri a piedi sulle strade del pellegrinaggio verso Roma: c'è qualche episodio curioso che le è capitato?

Più che raccontare la curiosità ci piace raccontare i legami che si sono creati con molte persone che sulla Via vivono. Persone che abbiamo incontrato, conosciuto personalmente, con le quali ci siamo fermati a parlare o che ci hanno invitato a casa loro e con le quali siamo rimasti in contatto. Ormai possiamo dire che ogni 10 km conosciamo qualcuno con il quale ci sentiamo regolarmente, che ci scrive o ci telefona e ci aggiorna sullo stato della Via. Persone che hanno cominciato a segnalare il proprio territorio e a dare le giuste indicazioni ai pellegrini. Persone che si sono prese a carico la VF. Persone vere, non istituzioni senza anima, non parole. Questa è la cosa più bella che ci è capitata camminando lungo la Via. Forse avremo trasmesso anche noi passione ma la cosa bella è stato trovare chi la raccogliesse. E questo non è facile, in questo nostro tempo.


Percorrere la Via Francigena significa solo fare un interessante itinerario storico-turistico?

La Via Francigena è un importantissimo cammino spirituale ma questo è ancora tutto da scoprire e dipanare. Anche per sopperire a questa lacuna è appena uscito il libro che forse mancava e che dà le prime tracce di questo percorso: Monica D'Atti, Pellegrini sulla Via Francigena - Guida di spitualità, Aracne, Roma 2006. C'è ancora tanto da scoprire. Tante chiese, tanti luoghi e tante persone possono condurre il pellegrino di tappa in tappa. C'è sì tanta storia, tanta bellezza artistica, tanta bellezza naturale. È una via ricca che può arricchire anche chi non parte con grandi intenzioni spirituali. Ma è certo che in fondo alla strada ciascuno potrà trovare molto di più di quello che cercava. E il pellegrino troverà la Meta.


Bologna, 24 maggio 2006

 
 

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