Per poter vedere Nicorvo su una cartina geografica, occorrerebbero un paio di lenti di ingrandimento e un'attenta
ricerca a nord-ovest dell'Italia. Eccolo!!! Nicorvo da un punto di vista geografico è situato in una zona
chiamata Lomellina, conosciuta per la coltivazione del riso ed è un piccolissimo paese situato a pochi chilometri
da Novara, Vercelli, Casale Monferrato, Mortara e Vigevano. Il paesaggio che troverete, arrivando in paese, sara'
di grandi appezzamenti di terreni pianeggianti che cambiano colore con il passare delle stagioni: l'azzurro dell'acqua
nel periodo primaverile, il verde durante la crescita del riso, il giallo a fine maturazione e infine il color
nocciola dopo il raccolto e durante l'inverno. E'chiaro quindi, che la principale fonte economica della zona è
la coltivazione di questo cereale e Nicorvo non fa eccezione. Esistono altri due tipi di cultura non meno importanti
in questa zona, quella dei pioppeti, e quella del mais. Quando vi troverete a camminare vicino ad un "bosco
di pioppi", per chi non è abituato a questo paesaggio, sembrerà di vedere tanti soldatini all'adunata
mattutina e sarà impossibile non sentire il grande cinguettio giocoso di molte specie di volatili.
Purtroppo i pioppeti, le sponde del torrente Agogna e le rive delle migliaia di canali (rogge) che incontrerete
nel vostro cammino, sono rimasti gli unici luoghi dove molti animali della zona nidificano e trovano rifugio. Avrete
sicuramente la possibilità di incontrare germani, aironi di ogni specie, fagiani, mini lepri, cicogne e
le così tanto odiate nutrie! Apparentemente sembrano dei ratti giganti, ma in realtà sono dei castorini
del Sud America, finiti in Italia per diventare pellicce! Essendo un castoro vive vicino a corsi d'acqua, scavando
buchi e gallerie piuttosto grandi e profondi nel terreno.
Purtroppo ogni tanto durante queste operazioni di escavazione, finisce in prossimità di qualche risaia,
che inevitabilmente si svuota causando danno alla coltivazione. Inoltre non essendo originaria di queste zone non
ha predatori, e continua a riprodursi in maniera incontrollata: è quindi facile immaginare come gli agricoltori
della zona non amino per niente questo animale! Rimane, comunque e senza ombra di dubbio, la zanzara la prima in
classifica per il tormento e il fastidio che provoca a chiunque abiti o transiti in lomellina: un consiglio per
tutti coloro che si trovano da queste parti, è di non partire mai senza essere muniti di qualche repellente!!
La strada che percorrerete da Robbio per raggiungere Nicorvo si troverà inevitabilmente a passare sul ponte
del torrente Agogna. Questo torrente apparentemente tranquillo che si trova sul lato sinistro del paese, è
stato spesso causa di rovinose inondazioni; durante il periodo invernale può capitare di trovare il ponte
chiuso al traffico a causa dell'aumento repentino dell'acqua. Proseguendo il cammino, sarà impossibile non
notare un secolare cedro del libano, che sorge davanti al cimitero; fino a pochi anni fa gli alberi erano due,
ma un brutto temporale, ne ha abbattuto uno.
Ed eccoci finalmente arrivati ad un cartello su cui è scritto NICORVO! Alcune persone appassionate di
storia, hanno dato una serie di possibili origini al nome di questo paese. Qualcuno sostiene che una ricca famiglia
romana, il cui nome chiaramente era "Corvini", avesse una grande villa in prossimità di cascina
Palazzo (situata sulla strada per Ceretto, dopo la deviazione per cascina Canobbiana ). Questa tesi è comunque
supportata dal fatto che in quella zona, dopo il livellamento di alcuni terreni, sono stati ritrovati frammenti
che inevitabilmente ci svelano la presenza di un nucleo abitativo piuttosto antico. Tra i reperti ritrovati possiamo
elencare una serie di oggetti interessanti: mattoni, tegole, vasi, anfore, selci bianche del Giurese inferiore,
scorie metalliche di fusione, urne contenenti ceneri, oggetti metallici discoidali ( forse si trattava dei così
detti " Dischi Perlati"), ecc., ecc…. Purtroppo il materiale sopra elencato, è il poco che si
è salvato poiché molto di ciò che è stato rinvenuto ( pietre, mattoni, coppi ecc.,
ecc.), è stato utilizzato quasi sicuramente per altri scopi nell'arco di due millenni, ad esempio la costruzione
delle strade adiacenti a Cascina Palazzo. Non si conosce neanche l'estensione di questa zona archeologica, anche
se qualcuno dice che dovrebbe essere di circa due ettari. Molte altre possibilità sull'origine del nome,le
possiamo trovare nel libretto, ovviamente noto agli abitanti di Nicorvo, del sacerdote Luigi Bozzani, scritto nel
1910 in onore del Santuario della Madonna del Patrocinio. Il sacerdote, nella parte iniziale, si dilettò
a raccontare una serie di probabili origini delle quali era venuto a conoscenza. La prima teoria riportata dice
che Nicorvo derivi dal latino "nidus-corvi", cioè nido del corvo. Pare che a causa del gran numero
di morti insepolti che ebbe Mortara nel tredicesimo secolo, vivessero in questa zona, numerosi stormi di corvi
(famosi chiaramente per essere degli ottimi spazzini!). La seconda teoria riportata, deriva anch'essa dal latino
"ni(nisi)-corvus", parola usata per indicare qualcosa di poco importante. La terza teoria non è
nient'altro che una supposizione del sacerdote, secondo il quale nella metà del quindicesimo secolo a causa
dei continui saccheggiamenti che avvenivano in questa zona fra i Langoschi, i Beccaria e Milano, si aggiunsero
anche i padroni del Monferrato che sulla sommità del loro vessillo ponevano delle ali di corvo, per schernire
i paesi sottomessi. E qui ci fermiamo, perché dalle leggende o supposizioni, passiamo a ciò di cui
storicamente siamo certi. Nel 960 Berengario II, re d'Italia, ordinava di dare caccia ai lupi che infestavano alcuni
territori. Nell'elenco compare il nome di "San Terenzio ad Nemus", ovvero Nicorvo (nell'alto medioevo
in molte località la denominazione religiosa aveva il sopravvento su quella civile). Intorno all'anno mille
Nicorvo appariva come un piccolo gruppo di case sparse, situate all'ombra di due chiesette: una dedicata a San
Michele e l'altra a San Terenziano, della prima non sappiamo molto, ancora ad oggi, non abbiamo alcuna idea di
dove sorgesse. Di San Terenziano sappiamo che era una piccola chiesetta ubicata fuori dalle mura dell'abitato,
vicino a dei vigneti. Anche di quest'ultima non conosciamo il luogo dove sorgeva anticamente, ma sappiamo da un
documento scritto in latino datato 23 settembre 1460, che sotto il dominio spagnolo, veniva innalzata la nuova
chiesa di San Terenziano, che è esattamente dove la possiamo vedere oggi, ed è ancora la nostra parrocchia.
Nell'anno 1620 vennero inaugurate e benedette, sia la nuova chiesa di San Terenziano "entro le mura",
sia il nuovo cimitero adiacente alla chiesa medesima. Terenziano nacque da genitori pagani e si convertì
al cristianesimo a soli 15 anni. San Terenziano fu vescovo di Todi e un grande taumaturgo, morì martire
nel 138 d.c. La fama attribuita al santo era quella di guaritore delle malattie reumatiche, ecco perché
venne suggerito come santo patrono del paese (a quei tempi era una malattia molto diffusa in questi luoghi). La
chiesa di S. Terenziano si trova ancora al centro del paese, ed è stata recentemente ridipinta all'esterno
( giallo e marrone) ma purtroppo per ora è stato impossibile restaurare il dipinto che si trova al centro
sulla porta principale esterna. Il dipinto, che rappresenta il martirio del santo, è così rovinato
che è quasi impossibile vederlo. Una delle difficoltà del restauro sta nel fatto che non si riesce
a trovare una foto che ritragga il dipinto, per poterlo così portare al suo stato originale. All'interno
il dipinto migliore è la tela del coro che rappresenta la B.V. del Rosario col Bambino Gesù tra gli
angeli avente ai piedi S. Domenico e S. Terenziano V. e M., ed è attribuito alla scuola del Lanino. La festa
patronale è la prima domenica di settembre.
Voltando le spalle a questa chiesa, scopriamo che proprio lì, su quell'incrocio così pericoloso,
all'ombra di una gigantesca magnolia (provate ad andare vicino al tronco e guardate verso l'alto) c'è il
santuario della Madonna del Patrocinio. Apparentemente sembra una piccola chiesetta semi abbandonata e semidistrutta!
Comunemente da tutti viene chiamata La Madonnina e l'amore, la devozione e il rispetto che tutti gli abitanti del
paese hanno per questa effige è grande e infinita!! La chiesetta-santuario un tempo era probabilmente una
semplice cappelletta edificata intorno al 1500 e che venne poi trasformata nel 1764. La tradizione ci racconta
che questa cappella una volta fosse girata al contrario e facesse parte del cortile dei padri gesuiti che allora
risiedevano a Nicorvo. Oggi quel cortile e la casa adiacente sono una proprietà privata.
All'interno della piccola chiesa, si possono ammirare dietro le due grate laterali all'altare, moltissimi ex
voto donati alla Madonna Per Grazia Ricevuta. In paese si sente spesso raccontare di tutti quei giovani che prima
di partire per la guerra, portarono le loro foto in chiesa , e pregarono la Madonna che li facesse ritornare presto
a casa. Gli anziani del paese dicono che tutti quelli che fecero questa preghiera ritornarono, mentre gli altri
vennero dichiarati dispersi, in quell'occasione l'ex voto fu un grande lampadario (appeso poi nella chiesetta)
donato dai reduci alla Vergine.
All'interno del piccolo Santuario si può ammirare sulla pala dell'altare, un bellissimo affresco inserito
in un ovale rappresentante la Madonna seduta sulle nuvole con in braccio il Bambino Gesù, come si potrà
notare, l'affresco attualmente non si trova più attaccato ad una parete ma è sostenuto da una struttura
di ferro. Purtroppo non sappiamo nulla riguardo alla sua collocazione originale.
Nella parte alta dell'affresco appaiono due angeli intenti, con una mano a posare sulla testa della Madonna una
corona e con l'altra a sorreggere una corona del rosario. Anche la Madonna e il Bambino hanno tra le mani un rosario,
secondo l'iconografia cristiana, questo sta a significare che probabilmente il nome "di battesimo" di
questo affresco fosse appunto "Madonna del Rosario". Ma come descritto precedentemente l'atto dell'imposizione
dall'alto da parte degli angeli della corona e la presenza di molti "ex voto" all'interno del Santuario,
starebbe a significare l'attribuzione di meriti "miracolosi" a questa effige. Da questo si può
dedurre il conseguente cambio di nome in "Madonna del Patrocinio".
L'autore dell'opera è sconosciuto e come sostenuto da alcuni esperti d'arte che hanno visionato l'affresco,
probabilmente non è attribuibile ad un autore italiano, sembrerebbe invece di chiara tradizione spagnola
a causa dei tratti somatici delle figure che sono rappresentate nell'opera (fatto probabilmente attribuibile alla
presenza del dei padri Gesuiti. Chiunque si intendesse d'arte, di iconografia cristiana o conoscesse informazioni
che possano essere utili a "tracciare" una storia dell'affresco, può farlo tramite questo sito).
Entrando a sinistra, non si può fare a meno di notare una piastrella
gialla e blu incastonata in un quadro, sono ben visibili la conchiglia, simbolo di Santiago de Compostela e le
chiavi decussate, simbolo di Roma luoghi storicamente conosciuti per il pellegrinaggio. La piastrella, unica in
tutt'Italia, è stata donata alla Madonna nell'ottobre del 2006 dalla Confraternita di San Jacopo di Compostella
di Perugia durante la festa a lei dedicata. I confratelli-pellegrini chiesero la benedizione, la protezione e il
patrocinio per tutti i viandanti sulle strade del mondo ed in particolare per i pellegrini che percorrendo la via
Francigena, passano appunto da Nicorvo. Da notare inoltre sull'arcata che sovrasta l'altare, un dipinto raffigurante
il sole: la stessa tipologia di disegno, la possiamo trovare nella basilica di S. Lorenzo a Mortara e all'interno
della sala da pranzo della Certosa di Pavia. La festa della Madonnina è la quarta domenica di ottobre, dopo
la santa messa del mattino, viene fatta una vendita all'incanto la quale, per tradizione, serve a recuperare fondi
necessari per il mantenimento e la ristrutturazione del santuario. Se vi trovate a passare da queste parti proprio
quella domenica, vi invito a fermarvi, per assistere all'asta è qualcosa di veramente originale e unico!
Alcune persone offrono alla madonnina dolci, torte, salumi di vario genere, di solito di tipo casereccio, a questo
punto un banditore, in modo simpatico e caratteristico, mette all'asta i doni e proprio come nelle aste di tutto
rispetto, vengono venduti al miglior offerente! In questo modo tutti riescono a partecipano con le proprie possibilità,
chi non può partecipare con grosse somme di denaro, per esempio, cucina una torta e chi se la porterà
a casa l'avrà sicuramente pagata più del suo valore. Tutto questo fa si che tutti indistintamente
possano partecipare, e soprattutto divertirsi!!
L'incanto della Madonnina è una tradizione antica, l'unica differenza è che un tempo i doni erano
pollame e vino, e gli acquirenti erano i cittadini in cerca di cibi di qualità. Durante il pomeriggio, avviene
la benedizione delle automobili e dell'automobilista, ed è anche una delle rare occasioni nella quale è
impossibile trovare un parcheggio libero!! Esiste anche un'altra tradizione particolare e originale a Nicorvo:
la Festa del Cimitero. Praticamente la seconda domenica di maggio, durante il pomeriggio, viene rinnovato il ricordo
di chi non è più tra noi, con una messa celebrata direttamente al campo santo. Questa festa è
molto sentita tra i nicorvesi, perché permette alle famiglie di potersi riunire e offre l'occasione a molti
che non vivono più qui, di incontrarsi con chi invece ha scelto di rimanere. Anche in questa occasione,
è impossibile trovare un parcheggio libero, soprattutto lungo la via che costeggia il cimitero. Visto che
seguendo la Via Francigena vi troverete a passare proprio lì davanti, magari proprio la domenica in questione,
avrete la possibilità di ascoltare la santa messa in un luogo particolare, e per una festa unica! In paese
oltre alle due chiese, esistono anche due edicole: una è dedicata a Sant'Ignazio e l'altra è dedicata
a Santa Lucia.
Don Paolo, il nostro parroco, dice di non aver nessun documento, che spieghi l'origine delle due effigi.
Per quanto riguarda Sant'Ignazio, il parroco pensa che sia legata alla presenza in passato dei padri gesuiti
a Nicorvo. Per quanto riguarda Santa Lucia, non sa quale spiegazione ci possa essere. Mi ha anche raccontato che
durante un recente restauro dell'edicola della Santa, si sono resi conto che il dipinto è su una semplicissima
asse di "compensato", da qui nasce la deduzione che sia un'opera piuttosto recente. Dato che in questo
paese è di uso e costume comune decantare le proprie idee come verità assolute, ho deciso anch'io
di cimentarmi in questa impresa tentando di dare la mia spiegazione alla presenza di Santa Lucia. Intorno agli
anni 50 a Nicorvo e negli altri paesi lomellini, in alcuni periodi dell'anno, vivevano oltre duemila persone, l'aumento
degli abitanti dipendeva dalla grande richiesta di manodopera legata alla coltura del riso. Ovviamente erano molte
le persone che per lavorare, sceglievano di lasciare la famiglia per qualche periodo. Ecco che nei paesi e soprattutto
nelle cascine, che potremmo definire come delle vere industrie in quegli anni, la presenza degli abitanti aumentava
a dismisura, riempiendosi principalmente di manovalanza femminile: le mondine. La percentuale maschile che veniva
assunta nei periodi di maggior lavoro agricolo, era notevolmente inferiore, ma non del tutto inesistente. Queste
donne e uomini arrivavano un po' da ogni regione del nord Italia: erano piemontesi, emiliani, veneti, lombardi,
ecc. Ovviamente queste presenze rimanevano il tempo necessario alle lavorazioni agricole, e dopo il raccolto ritornavano
nei loro paesi nativi. Ma come spesso accade molti di loro si sono sposati con persone del posto, trasferendosi
definitivamente in lomellina. Questo è lo spunto che mi ha fatto pensare alla devozione e alla tradizione
che esiste nella zona di Cremona dove è addirittura Santa Lucia che a cavallo di un mulo, il 13 dicembre
porta i doni ai bambini e non Gesù Bambino come nella maggior parte dei paesi italiani. Concludendo secondo
me è possibile che qualche devoto di questa santa, originario della zona cremasca dopo essersi trasferito
qui, non abbia voluto rinunciare alle proprie tradizioni e abbia deciso di farla conoscere anche agli abitanti
di Nicorvo. Le supposizioni mie e di Don Paolo, nascono dal fatto che nessuno dei due santi è, per così
dire, originario di queste zone. Sarà inevitabile per chi giunge da Robbio, vedere l'edicola di Santa Lucia,
dato che praticamente è proprio sul bivio dove scegliere se proseguire per Cascina Canobbiana o per Cascina
Afficiati. Per vedere quella di Sant'Ignazio, bisogna seguire per Cascina Afficiati e una volta giunti davanti
alla Madonnina, non si devia a destra e si prosegue dritti per circa 300 mt. Per poter vedere le due chiese invece,
dovreste scegliere come strada quella alternativa (cascina Afficiati), avendo anche la possibilità di potervi
rinfrescare alla fontanella che si trova proprio davanti alla Madonnina (l'acqua è potabile). Se deciderete
di percorrere quella originale (cascina Canobbiana), sappiate che le due chiese distano poche centinaia di metri
dal bivio situato all'interno del paese, e quindi perdereste pochissimo tempo sulla vostra tabella di marcia. Comunque
come certo sapete, entrambe le strade portano alla frazione di Mortara chiamata Madonna del Campo. Entrambe le
strade offrono lo stesso tipo di paesaggio che ho descritto all'inizio, l'unica differenza è che la strada
originale passa purtroppo per 900 mt sulla ferrovia "fate molta attenzione perché purtroppo il treno
quando arriva non si sente!" Se avete spazio nello zaino, metteteci anche uno di quei giubbetti ad alta visibilità
e indossatelo se percorrerete la ferrovia, personalmente lo indosserei anche nei tratti di statale. Come penso
vi sarete accorti, molte delle cose che ho scritto provengono sia da racconti di paese sia dalle poche tracce scritte
che sono riuscita a recuperare. Avrete anche notato che nonostante il paese sia piccolo, non è certo avaro
di storia e cultura e se non avessi avuto il dubbio di avervi già annoiato, avrei continuato a raccontarvi
un bel po' di cose. Spero comunque di non averlo fatto, ma di esservi stata d'aiuto nel soddisfare almeno in parte
la vostra voglia di sapere e conoscere !!!
Ultreya!!
Francesca Grosso
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