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Queste righe per ricordare un amico
della Via, il signor Marco, generoso e ospitale. Da sempre aveva permesso il passaggio dei pellegrini
che annualmente, nel mese di maggio, transitavano per la sua azienda sul torrente Riglio per il pellegrinaggio
Pontenure - Roveleto di Cadeo.
Per loro preparava anche un rinfresco con panini e bibite; insieme a lui l'amata consorte mancata anche lei da
poco tempo.
Il luogo della sua azienda agricola era situato in una posizione chiave, servito dall'unico ponte sul torrente
Riglio oltre quello della Via Emilia. Questo aveva permesso ai Custodi della Via di studiare un percorso che, senza
allungare, dava la possibilità ai pellegrini di evitare la via Emilia.
Con il suo aiuto e permesso i pellegrini della Via Francigena potevano passare tranquillamente. Attraversavano
l'aia e si fermavano a pregare davanti a un'immagine della Madonna messa in memoria del grande pellegrinaggio giubilare
del 1950. La sua gentilezza e la sua bontà rimarranno a lungo nella nostra memoria e come pellegrini pregheremo
per lui e per sua moglie lungo il nostro cammino, ringraziando.
Scriviamo queste righe perché possano arrivare a tanti pellegrini e tanti pellegrini possano rivolgere a
loro un pensiero.
Purtroppo, da adesso in poi, non potremo più
passare come pellegrini o pregare in sosta davanti alla Madonna della casa del Riglio.
II figlio di Marco ha deciso di non permettere
più il passaggio. Infatti, parlando con alcune persone, è stato da loro dissuaso da questo servizio
al mondo del pellegrinaggio. Gli sono state paventate responsabilità per eventuali problemi dati dal passaggio
dei pellegrini; poi gli è stato detto che esiste già un percorso ministeriale e che ciò basta
e avanza.
Non importa se l'itinerario ministeriale allunga di 6,5 chilometri la tappa quotidiana, tanto i pellegrini hanno
scelto di camminare e, "siccome non hanno niente da fare", questo è quello che devono fare. Così
ci siamo sentiti dire quando abbiamo chiesto spiegazioni per questo nuovo impedimento al passaggio.
Con un brivido sulla pelle abbiamo ascoltato queste parole, con una grande tristezza nel cuore ne abbiamo preso
atto.
Nel profondo crediamo ancora che seguendo l'esempio di generosità avuto dai genitori, il figlio di Marco
possa far passare nuovamente i pellegrini permettendo loro di evitare 1 chilometro e mezzo lungo la trafficata
Via Emilia.
In attesa di un aiuto e sperando che le cose buone possano accadere per generosità e non per dovere o per
denaro dobbiamo, a malincuore, togliere dal percorso della Via il passaggio sicuro che avevamo trovato.
In attesa di nuove soluzioni, difficili da trovare, dobbiamo ora dire ai pellegrini che, se "non hanno niente
da fare", possono fare i 6,5 chilometri in più proposti da chi gestisce politicamente la Via; oppure
affrontare il chilometro e mezzo di Via Emilia tra la fine di Pontenure e l'inizio dello sterrato che si trova,
dopo il ponte sul Riglio, alla sinistra della Via e da noi già indicato. Chilometro e mezzo che insondabili
e incomprensibili scelte politiche non vogliono mettere in sicurezza (come è lontano il Cammino di Santiago
e i suoi camminamenti!).
Se si vuole si può cercare un passaggio in auto per quel tratto (ci sono anche dei Custodi della Via che
si sono offerti). Comunque ciascun pellegrino deciderà per sé. I pellegrini sono persone adulte e
responsabili che fanno un cammino per scelta. Non sono bambini da guidare passo dopo passo o burattini da manovrare
con dei fili neppure tanto nascosti.
Monica D'Atti |
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