Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2008

 

La Confraternita

EPILOGO

CALTAGIRONE

24 settembre - mercoledi'

Oggi ci si sveglia con calma. Non abbiamo più strada che ci attende, anche se abbiamo un programma giornaliero fittissimo di appuntamenti organizzatoci da Massimo Porta, il nostro delegato siciliano di Confraternita e solerte ospite in questi giorni (vedi il programma - Link).

Alle 9,30, nella chiesa di San Giacomo, incontro con le scolaresche per illustrare il pellegrinaggio appena concluso. Gli oratori, a vario titolo, sono stati: il parroco P. Nicola, la Vicesindaco Alessandra Foti e la nostra Monica.
Poi a mezzogiorno ci attende il Sindaco, Prof. Francesco Pignataro. Nella sala comunale abbiamo un piacevole scambio di saluti.
Terminata questa fase ufficiale, siamo stati invitati dal nostro confratello, Prof. Giacomo Pace Gravina, a visitare la sua dimora. Fa parte di una famiglia che affonda le origini al tempo dei Normanni, poi imparentati con la nobiltà spagnola, con avi che si sono distinti in varie fasi storiche fino ai nostri giorni. Fra ritratti, mobili antichi, vecchie lettere, abbiamo rivissuto, in parte, la storia della nostra nazione con il tempo che volava via tra meraviglia e piacere.

Sabatino e Paolo hanno invece dedicato l'intera mattina per curare la cagnetta. Aveva bisogno di un serio lavaggio e di una visita dal veterinario per verificare che non avesse problemi. Tutto a posto. Con il guinzaglietto rosa e tutta pulita è una bella signorina.

Dopo il pranzo abbiamo effettuato una visita turistica alla città di Caltagirone avendo come cicerone Michele Elia che lavora proprio come guida nell'associazione culturale Panta, anche se in questo caso ci ha accompagnato come confratello. Finiamo il giro nella bottega artigiana della famiglia Navanzino con Antonio, altro confratello, che ci hanno illustrato l'arte della ceramica.

Alle 19,30 conferenza nella chiesa di San Giuseppe con un'articolata riflessione sulle vie di pellegrinaggio. La cena al ristorante ha chiuso la giornata e il nostro pellegrinaggio. Si sono consumati gli ultimi saluti e ringraziamenti. E il saluto più grosso è stato quello riservato a Giacomina, la nostra mascotte (nominata per plebiscito) che rimarrà a Caltagirone nella famiglia di Massimo, adottata dai suoi figli.

Anonimo

Mini Galleria Fotografica

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Foto 4


GIACOMINA, cagnetta pellegrina

Due righe speciali vogliamo dedicarle a Giacomina, la cagnetta pellegrina che ha voluto unirsi a noi. Stamattina, pochi km dopo Ramacca, sulla splendida strada deserta che stavamo percorrendo, ci siamo imbattuti in un cucciolo mugolante. Era legato con un fil di ferro a un frammento di guard-rail in mezzo alla strada.
Si reggeva appena in piedi. Subito un sentimento di tenerezza ha colpito tutti. Dopo averlo liberato gli è stato servita una ciotola di acqua e del pane. Ci siamo soffermati a lungo ad accarezzarlo. E alla ripartenza ha cominciato a seguirci.
All'inizio il nostro tentativo è stato naturalmente quello di rimandarlo indietro. In verità non sapevamo bene dove mandarlo. Intorno a noi non c'erano casolari e segni di presenza umana se non i campi di grano già raccolti. Così abbiamo pensato che tanto, così piccolo, non avrebbe resistito a lungo e non ci avrebbe potuto seguire per tutti i km che ci attendevano.
Con nostra grande meraviglia il tempo passava e il piccoletto era sempre davanti al gruppo, camminando a fianco dei primi senza perdersi d'animo anche quando abbiamo cominciato a tagliare in mezzo ai campi e a saltare alcune rocce che delimitavano gli appezzamenti.
Non posso non ripensare al verso della Bibbia del libro di Tobia: "Il giovane partì insieme con l'angelo e anche il cane li seguì e s'avvio con loro" (Tb 6, 1). È un'immagine di cammino semplicissima e contemporaneamente dolcissima. Non si sa chi sia questo cane. Non se ne parlerà più dopo e neanche prima era mai stato citato. Ma appare. È "il cane", non è "un cane". Piccolo mistero biblico. Un cane pellegrino che accompagna Tobia insieme all'Arcangelo Raffaele. A Lourdes c'è una bellissima statua dell'Arcangelo Raffaele con la mantellina del pellegrino e le conchiglie. È all'ingresso del Santuario alla Porta di S. Michele.
Noi vediamo solo il cane camminare con noi. Chissà chi altro c'è. Ma gli occhi della Fede vedono chi c'è…
Dopo 20 km il cane era più arzillo di tutti noi, temprati pellegrini. Intanto si verificava che il piccolino era una piccolina.
Nel pomeriggio l'acquazzone che ci ha colto è stato pesante. Eravamo bagnati fradici, nonostante i ponchi e tutto il resto. La pioggia battente aveva allagato la strada che, in discesa, era un fiume d'acqua obbligandoci a camminare con i piedi sempre a mollo. Quasi arrivati a Caltagirone, dopo almeno un'ora sotto questa acqua battente, vediamo il gruppetto dei primi fermo. Ci informano che la cagnetta è stramazzata all'improvviso, sopraffatta dalla fatica e dal freddo. La mia meraviglia era che avesse resistito così a lungo. È stata eroica. Anche io ero distrutta. Come poteva farcela una cucciolina come quella? Così Sabatino, amorevole, se la carica in braccio e cercando di tenerla al caldo se la porta con se. Arrivata al caldo dell'ospitale si riprenderà completamente.

Monica