CAMPOGRANDE (Tripi) - FLORESTA
(km 34)
19 settembre - venerdi'
E' ancora notte fonda. Si parte alle 6:00, sveglia alle cinque. Il concerto
nel teatrino della scuola di Campogrande, sembra essere stato eccezionale. Prima tromba: Lillo da Messina, contrabbasso:
Giuliano da Modena, corno inglese: Francesco da Osimo. Rallegravano la nottata " spari di mortaretti"
ed alcune " bombe" per sottolineare i momenti importanti.
Verso l'alba, in mancanza di applausi, il concerto terminava.
Si accendevano le luci e i primi commenti critici puntualmente si proponevano. Tutti accusavano tutti e tutti sfacciatamente
negavano. Visto il mancato accordo, probabilmente stasera si replica.
Giornata lunghissima, strada piacevolissima ma in forte salita. Siamo passati dai 300m. di Campogrande ai 1300
di Floresta.
Lasciamo il golfo di Patti e l'incanto delle Eolie per passare alla maestosità dell'Etna.
La Sicilia è veramente una grande fucina di opposti, dal mare all'alta montagna, dal caldo al freddo; tutto
in un giorno e a piedi.
Floresta ci accoglie in una chiesa. Per molti di noi è la prima volta che si dorme in un luogo di culto
( anche se sconsacrato). L'ambiente è così diverso dal solito, il silenzio domina.
La sera il rosario. A Floresta si festeggia S. Giuseppe con 6 mesi di ritardo a causa del clima.
Le donne di Floresta ci regalano così il rosario di S. Giuseppe in siciliano, un rosario diverso, cantato
su melodie accattivanti e con i versi baciati. Una intona i versi iniziali ed il coro quelli responsali. Poi si
cambia, il coro inizia e la donna risponde.
Le parole melodiose e talvolta incomprensibili ci conquistano, tutti cantano, siciliani e continentali, mentre
Giuseppe si trasforma sempre più in San Giuseppe.
Tanti cari auguri da tutti e da
Sabatino
Mini Galleria Fotografica
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PELLEGRINI IN SICILIA - IV GIORNO
Foto-lettera giornaliera: Avvenire_19_set_2008_p.37
Da Tripi a Floresta, con un incontro provvidenziale
Oggi abbiamo risalito i Nebrodi. È stata dura: 30 km di strada e 800 m di dislivello. Abbiamo attraversato
splendidi paesaggi, pascoli e altipiani. Lasciato il versante verso il mare e la visione delle isole Eolie, che
ci ha accompagnato per due giorni, siamo passati all'altro lato. Dal cono fumante della lontana Stromboli alla
visione ben più vicina dell'imponente Etna.
Abbiamo passato il territorio dell'Argimusco con i suoi megaliti (nella foto) di non chiare origini naturali, luogo
di culti antichi. Come i pellegrini che ci hanno preceduto e hanno lasciato memorie scritte nei loro diari, ci
siamo lasciati affascinare dai luoghi. Dopo 20 chilometri, su un passo, incontriamo l'unico bar di tutta la nostra
giornata. Il gestore è giovane e simpatico e dopo poco ci rivela di voler partire presto per il Cammino
di Santiago chiedendoci informazioni. Poi, con nostra grande gioia, si offre di guidarci per tratturi che ci fanno
risparmiare un bel po' di strada. Forse lo ha mandato san Giacomo e il dono è reciproco. Lui contento di
aver camminato per la prima volta con dei pellegrini, noi di essere arrivati prima a fine tappa.
Ultreya!
Confraternita di S. Jacopo di Compostella in Perugia
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