Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2008

 

La Confraternita

FLORESTA - BRONTE (km 34)

20 settembre - sabato

Notte calma, più calma di quanto ci si potesse aspettare dopo la cena " pellegrina " di ieri sera.
Sul nostro sonno hanno vegliato importanti patroni, dalle nicchie dei loro altari.
Sveglia puntualissima alle cinque, impossibile sbagliarsi, il campanile per tutta la notte ha continuato a battere l'ora ad ogni quarto. Qualcuno giura di averli sentiti tutti. Non certo l'anonimo pellegrino che ha cominciato a russare prima ancora che venissero spente le luci della chiesa.
I soliti riti del risveglio, ma con un'ansia in più. Dalle finestre del bagno, nitide, da qualche ora si sentivano gli sgocciolii di una pioggia vigorosa.
L'idea di tanti chilometri sotto l'acqua non è fra quelle che fanno incominciare di buon umore la giornata.
Usciamo di chiesa che è notte fonda, la colazione al bar vicino è silenziosa e riflessiva.

L'amico che ieri sera abbiamo incontrato al ristorante e che voleva fare parte del tragitto di oggi con noi, ci aspetta giusto per comunicare la sua rinuncia.
Noi partiamo così, che sono le sei e mezza imbacuccati contro la pioggia che ci aggredisce a scrosci e ci da rarissime pause. Scendiamo per una bella stradina e perdiamo quota tra vallette verdi, molto incassate, boscose.
Quando l'asfalto cede il posto alla terra battuta, cominciamo a lottare contro un mare di pozzanghere.
Siamo sulla testata della valle dell'Alcantara. Il fiume scorre in basso, lentamente scendiamo anche noi, sempre sotto la pioggia. Nessun segnale, solo la cartina di Monica. Ambiente bello. Pista inerbata dove è piacevole camminare.
Una bella processione colorata di mantelle, coprizaini, ombrelli vari.
Usciamo dal parco dei Nebrodi che già si intravede in basso Randazzo, mentre il cielo sembra aprirsi su di noi, l'Etna davanti è invece nascosto da un mare di nuvole nere.
Scendiamo a Randazzo dall'alto, il paese (o la città) si vede tutta, vasta, a picco sull'Alcantara, con le sue tre grandi chiese e le loro cupole uguali.
Prima di arrivarci ci fermiamo dal "fruttivendolo fai da te". Alessandro sembra un chirurgo di Emergency da come taglia sicuro i fichi d'india raccolti lì per lì, poi le more ed anche l'uva. Una spesa sana a buon mercato.
Scendiamo al ponte e ritroviamo il traffico; in un attimo siamo alla chiesa di San Nicolò, dove ci aspettavano un po' prima; sono le 11, hanno fatto male i conti.
Troviamo il Sindaco ad accoglierci, il parroco è gentile ed a lungo ci accompagnano per la chiesa a spiegarci tutti i tesori artistici in essa contenuti, c'è un bel quadro di San Giacomo.
Fuori dalla chiesa facciamo pausa pranzo; Aldo, sempre all'opera, distribuisce a tutti quel che serve. Un altro po' di tempo passa così nel giardinetto a fianco della chiesa.
Qualcuno riparte sul furgone con Aldo, gli altri si fermano per la preghiera, che oggi non siamo riusciti a dire ancora ed il Santo di oggi, proposto da Monica, è S. Giovanni di Parma.
Poi la ripartenza per Bronte, 18 km di strada asfaltata con traffico sopportabile, buona banchina a lato della carreggiata e l'Etna sulla sinistra, che non vuole farsi vedere.
Sulla destra il panorama si apre progressivamente sui primi contropendii della valle, il cielo si è un po' aperto, i contrafforti, dirimpetto all'Etna sono illuminati, pendii morbidi, qualche paesino.
Si corre, un gruppo si stacca e arriva a Bronte con molto anticipo, gli altri sgranati arrivano alla spicciolata.
Grande paesone Bronte. Una lunga discesa verso il fondovalle, strade strette che nascondono case vecchie e nuove. La sosta è in via Cardinale Di Luca.
Due stanzoni dove le brande ci stanno a fatica e un angolino per piazzare il bruciatore per le pentole per la cena.
Un posto " molto raccolto".
Per le docce Aldo fa la navetta alla piscina comunale ed in poco tempo tutti si torna sistemati.
Il centro dove siamo si chiama " Don Rubino", alla fine si rivela molto accogliente.
Alle 6,30 arrivano i nuovi pellegrini: sono due donne e un uomo, vengono da Caltanissetta.
L'accoglienza avviene durante la cena, cucinata dalla solita equipe ormai consolidata e consumata nel "bilocale" in cui siamo accampati.
Cena ricca in un bel clima, E' sempre così: dopo i primi momenti in cui i pellegrini stanchi recuperano le forze, poi le tensioni si distendono, vien voglia di parlare, di narrare. Chi ha più storie più racconta e chi è nuovo ascolta a bocca aperta.
Monica dà le informazioni per domani: tappa di 33 km. su asfalto e troveremo delle frecce ai bivi più importanti.
Ci si alza alle cinque. Ci ricorda l'importanza di muoverci come una comunità, di aspettarci e di camminare dietro lo stendardo, quando si attraversano i paesi. Troppo giusto: non essercene ricordati, come è capitato oggi, è un brutto segno.
Dopo cena si attrezzano i locali per la notte, per far posto ai nuovi arrivati.
Non c'è acqua nei due bagni. C'è un po' di fermento, chiamiamo la signora che ha in custodia questi locali. In un attimo la questione si risolve.
La serata si spegne un po' alla volta e cominciamo a pensare a domani: domenica

Giuseppe Sala
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Mini Galleria Fotografica

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Foto 4



PELLEGRINI IN SICILIA - V GIORNO
Foto-lettera giornaliera
: Avvenire_21_set_2008_p.35

Da Floresta a Bronte, nel segno di san Giacomo

Cominciare a camminare all'alba sotto una pioggia torrenziale non è il più grande dei piaceri. Purtroppo tocca anche questo al pellegrino, ma bastano pochi toponimi lungo la via per rallegrarci e motivarci. Lungo il sentiero che costeggia il fiume Alcantara passiamo sul ponte S.Giacomo, vicino al Mulino S. Giacomo, nella località Contrada S.Giacomo, sovrastata della Serra S.Giacomo che ci divide e protegge dalla Porta dell'Inferno. Intanto la pioggia diminuisce e il paese di Randazzo si avvicina. Ci accoglie padre Egidio che ci sta aspettando, insieme al sindaco. Siamo venuti per ammirare un antico dipinto del 1400 raffigurante S. Giacomo contornato da riquadri che raccontano la vita e i miracoli del santo. È un quadro prezioso e particolare ma rovinato dal tempo e che si sta perdendo. È un gran peccato per noi. Scattiamo tutte le foto possibili per portarci a casa il ricordo e mantenerne memoria. Ripartiamo ringraziando p. Egidio, felici per questo cammino che ci porta, sempre e ancora, a incontrare S.Giacomo.
Ultreya!

Confraternita di S. Jacopo di Compostella in Perugia