Anagni - Veroli (Km
28,4)
12
settembre - mercoledì
Pensieri in libertà
Devo confessare un qualche imbarazzo ad assolvere il compito assegnatomi di compilare una pagina di questo diario
del pellegrinaggio Roma - Bari. Ho dato una sbirciatina alle due pagine precedenti ed allora ho preso coraggio
e mi butto.
La tappa sembrava proprio senza storia perché tutta, ma proprio tutta su asfalto anche se non molto trafficato.
Quindi la cronaca sarebbe finita qui, sennonché dopo la fermata presso la chiesa di Maria Ausiliatrice ecco
che a lato della strada, davanti ad una villetta, sotto un sole cocente (h.13 circa) compaiono tre o quattro ragazze
che ci hanno offerto aranciata, acqua, the, tutte bevande fresche che abbiamo gradito molto, anche se il piacere
maggiore è quello di sentirsi accolti. La gente che ci vede passare non è certo ostile, è
curiosa e ci chiede chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo…….e basta. Sentirsi accolti gratuitamente come hanno
fatto queste ragazze, ripeto ci ha gratificato molto. Ma…. Non è finita qua l'accoglienza, infatti dopo
poco che abbiamo lasciato le "pie ragazze" ecco che una ci rincorre in macchina per dirci che la nonna
Augusta di 73 anni voleva accompagnarci su per un sentiero molto ripido e che ci avrebbe portato a Veroli in molto
minor tempo. Poco dopo, infatti, ci ha raggiunto nonna Augusta che ci ha fatto da guida, vestita di nero, del peso
di 40/45chili, due calzature che non sembravano adatte a camminare sul sentiero, mani ai fianchi, con andatura
elegante ci ha accompagnato a Veroli. Ci ricorda le nonne di una volta, rigorosamente vestite di nero (non firmate!!)
ma che avevano la capacità di aiutare prima i figli, poi i nipoti e le nuore (un po' meno).
Ora sono appollaiato su un gradone di una moderna tribuna di un campetto di basket, da dove sento un profumo di
sugo, che alcuni confratelli stanno preparando poco lontano da me. Da qui ho una splendida visione di una verde
vallata, dove dovrei scorgere Frosinone più o meno. Più tardi ci sarà la Messa con i confratelli
vestiti a dovere con le mantelle della Confraternita. Qui potrebbe finire la cronaca pura e semplice, ma è
inevitabile porre e pormi la solita, se volete, domanda: perché sono qui, perché affrontare fatiche
all'apparenza inutili ecc. ecc., ma una la devo porre a me e a tutti i pellegrini in cammino. Quale è il
valore aggiunto di ogni cammino che facciamo e quindi anche di questo Roma- Bari? La risposta più semplice
sarebbe quella di dire: non so, ma non è proprio vero!!! Qualcuno ha scritto che se compi un cammino tipo
quello di Santiago, si mette in moto qualcosa che non si fermerà mai più e penso che sia proprio
vero. Io so che bisogna cercare Dio per avere dopo i suoi doni: pace, serenità, coraggio e forza per affrontare
la vita. Questo Roma - Bari per me è un altro passo avanti nella mia personale ricerca. Ma ora non posso
tralasciare di fare un cenno ad alcuni personaggi che sono con me presenti in questo pellegrinaggio.
Don Paolo e Monica sono le due guide la cui dolcezza è accattivante.
Mario Collino che con la sua officina ambulante è in grado di riparare l'irreparabile (oltre a camminare
sulle acque)
Mauro S. il curatore delle ferite, che quando ha curato le bolle della Monica, questa non se ne è quasi
accorta, mentre quando cura il semplice pellegrino (Renzo C. per esempio) non trascura di fare delle sperimentazioni
dolorosissime (ma la scienza esige innovazione).
Provate a prestare attenzione a quando il ns. Padoa Schioppa (Franco S.) discute di spese con Ferrero (Aldo A.)
che vorrebbe dare l'assalto al tesoretto.
Siamo stati ricevuti dal Sindaco e poi, dopo la visita del Duomo, la S. Messa nella Basilica di S. Salomé.
Purtroppo alla S. Messa non era presente un solo cittadino di Veroli! Pazienza!
Vorrei chiudere parafrasando Battisti : " In un mondo che non ci crede più il mio canto libero sei
tu ".
(sono stanchissimo, scusate)
Beppe
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