Sabato 17 giugno
Gambassi - Montecarulli - Pancole -
San Gimignano |
km 14
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Vera e Carlo B. - Segnaletica sulla Via Francigena
Nel nostro peregrinare verso Santiago a Carlo e
a me è capitato di sbagliare strada e qualche volta, con la nebbia e sotto la pioggia, timorosi e impauriti
abbiamo camminato per diversi chilometri senza riuscire a ritrovare i segnali. Quando finalmente ci siamo trovati
di fronte la freccia gialla, grande è stata la nostra gioia e il morale è andato alle stelle. In
cuor nostro, sentitamente abbiamo ringraziato colui o colei che quella freccia l’aveva dipinta. Sulla nostra pelle,
come i suol dire, abbiamo preso coscienza dell’importanza di una buona segnaletica.
Andando in pellegrinaggio verso Roma, Carlo ed
io siamo subito rimasti colpiti dalla attenzione e dall’impegno che Luciano, Monica e Franco A. riservavano alla
segnaletica.
Se capitava di vedere caduto a terra o a ciondoloni
un palo che reggeva un segnale, si fermavano e si adoperavano per rimetterlo saldo al proprio posto con l’ausilio
della diversa attrezzatura che avevano nei propri zaini.
Franco, che evidentemente era partito ben fornito
di adesivi con freccia e pellegrino, tra una esclamazione e l’altra sulle bellezze della Toscana, in continuazione
li attaccava a incroci e punti che riteneva utile segnalare. Luciano viaggiava con un sacchino giallo, non pieno
di cose personali, ma di pennelli, barattoli, vernici, e non perdeva occasione per dipingere su muri, piante, o
sui ciottoli della strada, la freccia bianca, tanto utile per l’orientamento dei pellegrini. E la Monica per tutti
i 15 giorni è stata attivissima nel tenere pubbliche relazioni e contatti che riteneva utili a far rivivere
la Via Francigena. Grande attenzione l’ha riservata ad eventuale apertura di centri di accoglienza e al percorso.
Oltre a verificare la segnaletica frutto del suo lavoro in anni precedenti, a molti incroci si soffermava per capire
se in quel determinato punto qualche pellegrino avrebbe potuto incamminarsi verso una direzione sbagliata. Se riteneva
di sì, si sganciava il suo zainone e dallo stesso tirava fuori stampi, pennelli, vernici, ecc. e, appoggiato
lo stampino su una superficie, come per magia veniva fuori la figura di un bel pellegrino. E poi dipingeva le frecce,
tante frecce ovunque lo ritenesse opportuno. E così per tutto il viaggio, da Altopascio fino a Roma. Sono
stati infaticabili! Il nostro passaggio, grazie a queste e ad altre persone di buona volontà, sicuramente
avrà lasciato un segnale importante.
Negli anni a venire le frecce di Monica, Franco
e Luciano, saranno una garanzia per i pellegrini che percorreranno quei sentieri verso Roma. E tuttavia, sicuramente,
ci sarà qualche pellegrino che si perderà e che per chilometri camminerà timoroso e impaurito
senza riuscire a ritrovare i segnali. Ma quando finalmente si troverà di fronte il pellegrino e la freccia
bianca, proverà una grande gioia, il morale andrà alle stelle e in cuor suo sentitamente ringrazierà
colui o colei che quel segnale lo ha dipinto.
Rialziamo cartelli abbattuti
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