Sabato 29 agosto - Terza tappa
MONOPOLI - TORRE CANNE
A seguito della perlustrazione serale delle camere gentilmente offerte dai frati, la maggioranza
delle comitiva ha preferito, per il soggiorno, optare per il bianco tendone del cortile, decisamente più
fresco. Dopo una notte di oblio, i pellegrini hanno "democraticamente" deciso di anticipare la sveglia
di un quarto d'ora buono, mentre pochi debosciati come il sottoscritto, la "capessa" Monica e altri,
tentavano invano di protestare strappando minuti di sonno al sacco a pelo. Tutto inutile: la maggioranza ad "suon
d'una volta", che invariabilmente anticipa il sole ad ogni festa comandata, ha disposto altrimenti!
Così, col primo sole, dopo esserci rifocillati
di colazione corroborante, il sottoscritto, che comincia già ad avere visioni mistiche da sonno, ha seguito
il gruppo scalpitante per le strade vuote e silenziose di Monopoli. Il viaggio è stato allietato dalla presenza
di numerosi Monopolesi (si dice così?), che a quell'ora antelucana non avevano nulla da fare, a parte contare
il numero dei pellegrini in transito oppure indicare improbabili sentieri attraverso garage e cortili altrui.
Guidati infallibilmente da cartine 1/1 e GPS del
Capo, velocemente abbiamo abbandonato la bianca città. Tuttavia la nostalgia del mare ha fatto sì
che, dopo aver circuito ( ! ) un campeggio sulla nostra strada, siamo alfine approdati presso una fantastica baia.
Luogo bellissimo: rocce nere a picco su un mare verde e turchino. Peccato per la presenza di un bidone rosso in
posizione strategica, destinato a rovinare le foto di tutti i pellegrini. Il nostro povero cronista già
pregustava una sosta alle 7,30 presso l'Adriatico, ma purtroppo le infallibili hanno decretato: pausa a Savelletri.
A questo punto la faccenda si fa pericolosa: visto
il nefasto effetto dell'azzurro elemento sull'animo debole dei pellegrini, si è dovuto scartare il tutto
seguendo la statale, o provinciale, mentre una infinita serie di invitanti calette ci si presentava allo sguardo!
Finalmente Savelletri appare all'orizzonte: La
Provvidenza nella persona del sindaco locale decide di farci arrivare alla meta su un autentico tappeto verde (a
queste latitudini sarà costato una follia). Le gambe si lamentano, il cuore è già in costume
pronto a tuffarsi nel blu, ma c'è da affrontare un paese e una testimonianza! Ci affanniamo a cercare una
sponda che possa accoglierci, ma le prime dieci rigurgitano di bagnanti. L'unica disposta ad accoglierci è
una fantastica spiaggia a lato di una romantica fabbrica di graniti! Mentre sconsolati ci guardiamo e il povero
narratore si riposa le gambe, passa l'idea di bagnarci in quel di Torre Canne, dove il mare è più
bello (sarà?...) Così ripartiamo, sennonché il Renzo con la sua fida furgonetta gialla ci
passa davanti e siamo forzati a mangiare e bere! I chilometri continuano a succedersi, ma è arrivata l'ora
del Rosario; così torniamo a frequentare le stradine secondarie, ricche solo di muretti a secco, alberi
di fico e cani bramosi solo di farci la pelle! Benedetto chi ha inventato i muri (alti)! Terminato il Rosario,
ecco Torre canne. Come sia il mare non lo so, ricordo solo un parcheggio all'ombra, pieno di formiche.
Conclusa la tappa, un pullman ci porta alla destinazione
di descanso, un camping. Finalmente il sottoscritto può godersi la vita, circondato da un panorama fantastico
di mare e belle figliole! .
Nicola - Ferrara
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