Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2005

 

La Confraternita

Vercelli - Crescentino

clicca qui per ingrandireGiovedì 15 settembre

Dopo una colazione fatta sugli spalti della palestra dove troviamo pasticcini e dolcetti, questa volta offerti dal Comune, ci prepariamo a partire per la nostra tappa.
Graziella ci ha lasciato un altro piccolo conforto: un pacchetto di fazzolettini ciascuno.
Con la preghiera salutiamo il pellegrino francese e con lui cantiamo il canto del pellegrino Ultreya di J.Claude Bénazet e il Salve Regina in latino.

Chant Des Pèlerins de Compostelle

Tuos les matins nous prenons le chemin
Tuos les matins nous allons plus loin
Jour après la route nous appelle
C'est la voix de Compostelle
*
Ultreya ultreya e Suseya Deus, adjuvat nos
*
Chemin de terres et chemin de foi,
Voie millénaire de l'Europe
La voie lactée de Charlemagne,
C'est le chemin de tous les jacquets
*
Ultreya ultreya e Suseya Deus, adjuvat nos
*
Et tout là-bas au bout du continent,
Messire Jacques nous attende,
Depuis toujours son sourire fixe,
Le soleil qui meurt au Finistèrre
*
Ultreya ultreya e Suseya Deus, adjuvat nos
*

Ci lascia Fabiano l'intruso speciale ha fatto anche quest'anno una esperienza di cammino in Spagna ma adesso anche per lui è giunta l'ora di tornare al lavoro.
La strada da fare oggi è tanta e quasi tutta sull'asfalto. La giornata è molto calda.
Ai lati della via vediamo grandi distese di campi di riso, non c'è possibilità di sosta all'ombra .
Maristella il giusto mezzo (sia per il passo che mantiene regolarmente costante sia per l'equilibrio e la serenità che sembra le siano sempre congeniali) si ripara con l'ombrello.
Maristella: Prima di iniziare la settimana di pellegrinaggio con la Confraternita ero abbastanza scettica perché pensavo che quando si è in tanti inevitabilmente si creano dei contrattempi e inoltre mi inserivo in un gruppo che già camminava da 13 giorni e quindi già consolidato. Invece, fin dal primo giorno mi sono sentita a mio agio anche con le persone che non conoscevo. La fatica, i piedi sofferenti, le ore di sonno perdute e altri disagi hanno approfondito il mio senso di umanità e di limitatezza ma l'allegria e la solidarietà dei compagni di viaggio mi ha dato anche molta gioia.
Mi è piaciuto pregare insieme, ascoltare e parlare, confidarmi e accogliere confidenze, incoraggiare e ricevere sostegno, incontrare le molte persone che ci hanno accolto con tanta simpatia. Un ricordo particolare mi è rimasto del sig. Favari Giovanni di Senna Lodigiana, personaggio di spiccata personalità, che con tanta passione ci ha raccontato la sua storia fatta di studi, ricerche e non poche difficoltà per far rinascere la Via Francigena. Ringrazio tutti i confratelli pellegrini per il cammino fatto insieme che ha lasciato una bella traccia sulla mia strada.
Il gruppo è spezzato e camminano insieme quelli che hanno ugual passo.
C'è anche chi cammina da solo e può pensare di essere come nella meseta in Spagna; nella monotonia del passo e del paesaggio si può pensare molto.

Nilo: Oggi il cammino pare non avere fine, nei chilometri e nei pensieri.
Come sempre! Abbiamo lasciato alle spalle le gigantesche centrali che al mattino erano apparse all'orizzonte. Lungo la strada scorre sotto i nostri passi, con monotonia, l'asfalto: un pomeriggio d'arsura tra le vaste risaie pronte al taglio.
Giovanni cammina davanti, pochi passi. Mi affianco."Oggi non finisce. Mi son ridotto a contare le automobili che passano: tante in un senso, tante nell'altro. Un gioco stupido... ma il tempo passa" dico, per far parola.
Col suo sguardo sereno e barba da eremita pare un guru. Mi sorride.
"Prova a pregare. Farai una cosa più utile." Il silenzio ritorna tra i nostri passi. Ci provo.
Dalle risaie, ora, stanno emergendo un campanile e tetti rossi.
Anche questa sera noi pellegrini avremo un riparo e l'anima più leggera…
Abituato a peregrinare in solitudine, con voi ho capito che un compagno può essere l'Angelo che aiuta a camminare nella direzione giusta.
Con noi Nilo è diventato più pellegrino che l'alpinista.
E il momento adatto per ripetere il tentativo di imparare il coro dei pellegrini di Wagner dal Tannhauser. Chiara è la più impegnata ma dovrà considerare quanto l'argomento musica sia ancora una conquista tutta da fare da questo gruppo di pellegrini. Ma ricordiamo
il nostro curato Rodolfo che facendo parte di un coro con repertorio di antichi canti dei pellegrini, ci salva l'onore.
Rodolfo: Penso che con questo pellegrinaggio, la Confraternita abbia raggiunto un tassello molto importante verso le sue finalità e, naturalmente, l'esperienza fatta si pone come contributo alla sua crescita umana e spirituale. L'impensabile e folto numero di partecipanti, il tragitto della "francigena" e le varie occasioni d'incontro con autorità civili e religiose con vasta eco sui giornali e mass media: questi a mio avviso alcuni risultati immediati. Si è così realizzata in maniera forse imprevista e insperata, l'occasione della testimonianza del transito di pellegrini attraverso nostri percorsi storici e scarsamente frequentati. Credo che altri risultati, molto ma molto più mediati ma di certo di gran lunga maggiori, ciascuno li potrà ricavare da questa esperienza non facile di convivenza errante e di possibile interscambio tra diversi caratteri e personalità. Certo che tutto è perfettibile, che in questa forma e sviluppo di "ricerca" con specifica sociale e religiosa, ognuno deve sempre più superarsi e cercare di estrarre il meglio di sé, nel rispetto dell'altro e nella condivisione più partecipata possibile.
Si arriva verso le 16. La palestra di una scuola è il nostro asilo, non è molto spaziosa, ma almeno gli addetti della protezione civile ci portano dei materassi.
Alle 19 andiamo alla Messa. Stupiti dei ragazzi dicono a Maria: "Avete fatto le Grangie a piedi?". Così viene chiamata questa strada che viene percorsa dalla gente del luogo solo in macchina e anche ad una bella velocità. Per fortuna è molto larga !
La cena viene offerta dalla Pro Loco nella sua struttura che è grande, spaziosa e che troviamo apparecchiata. Le volontarie intonano come preghiera il canto:
"Per il pane che ci dai, Alleluia; per il vino che ci dai, Alleluia".
Il sindaco nel suo discorso di accoglienza ci dice che mangeremo la loro specialità: la panissa (buonissima !) e poi ci introduce virtualmente in questo paese con il racconto della sua storia antica e moderna. Abbiamo in dono una riproduzione della antica pianta del paese, una per ciascuno.
Ogni giorno ci sentiamo più importanti.
In fondo abbiamo solo camminato, e dormito con qualche disagio! Sarà merito della Confraternita e della Monica …
Roberto ha fatto stampare la foto fatta a Robbio e ce ne regala una a testa: bravo, che bella mossa da il tempestivo.
Sono con noi
Davide il libro e Valerio l'altro fratello.
E' arrivato anche il nostro rettore.