Diario
Il diario è stato scritto da Lucia Mazzucco con l’ampia collaborazione di
tutti i confratelli i cui interventi sono evidenziati con caratteri differenti dal resto del racconto. I nomi di
cammino, in corsivo a fianco ai nomi, sono stati assegnati da Lucia a partire dal pellegrinaggio dello scorso anno
e confermati in questo. Sono nomi "guadagnati" sul campo, perché anche il nome è un segno
del cammino.
Leggendo il diario è possibile anche vedere una numerosa raccolta di foto “cliccando” sulle parole sottolineate.
Per il paziente lavoro di composizione della pagine ringraziamo Franco Cinti.
Prologo
Per il desiderio di fare il pellegrinaggio a piedi dalla sua abitazione
della sua città fino a Santiago di Compostela, anche se frazionato in diverse tappe, il nostro amico pellegrino
e confratello Franco S. parte quattro giorni prima dell'inizio del nostro viaggio. L'inizio del suo percorso è
una scelta particolare, via Valdaposa a Bologna, dove sulla parete dell'edificio che si trova di fronte alla chiesetta
dello Spirito Santo, si trova un affresco che rappresenta proprio il Volto Santo di Lucca. Della origine di questo
affresco ancora non abbiamo notizie certe, ma esserne venuti a conoscenza è stato motivo di gioia e un segno,
un invito al pellegrinaggio.
Franco: Questo pellegrinaggio l'ho
vissuto in maniera particolare e mi ha regalato momenti di forte intensità spirituale.
Sono partito dal Volto Santo dipinto sulla facciata di una casa della mia città, Bologna, l'ho ritrovato
nella Cattedrale di Lucca, fino alla conclusione davanti alla Sacra Sindone a Torino.
Ho percorso antiche strade in disuso e la Via Francigena in compagnia di cari amici di vecchi cammini e nuovi amici
di quest'anno e sono quasi riuscito a portare a termine un mio sogno, quello di completare il cammino da casa mia
a Santiago di Compostela.
Partito lasciando la mia parrocchia, San Martino di Bertalia, quanti San Martino incontrati! Era come essere a
casa, tutte chiese silenziose e lucenti come la mia! A pochi km. da Bologna una casa con una formella ed una dedica
all'Arcangelo Michele, la chiesa di Montepastore anch'essa dedicata a San Michele, per finire con quella di Pavia
contenente quel meraviglioso labirinto disegnato sul pavimento! Segni inconfondibili: la nostra confraternita è
stata rifondata il 29 settembre, giorno dedicato a San Michele. Poi a Sambuca Castello, un paesino di soli 7 abitanti,
sperduto fra i boschi dell'Appennino con la chiesa dedicata a San Giacomo e San Cristoforo.
Altopascio: un'emozione fortissima percorrere i pochi metri della vecchia strada ed attraversare l'arco dell'antica
porta che tutti i pellegrini hanno varcato per entrare. Ho subito pensato alla " Smarrita" che non avrei
sentito suonare quella sera, invece in una successiva tappa (non ricordo quale) in una mattina nebbiosa, si sentiva
suonare la campana di una chiesa, era nella direzione dove andavamo ed ho subito pensato alla "Smarrita"
ed ho provato nel profondo la gioia del richiamo e del non essere abbandonato a se stessi, ma che c'è sempre
qualcuno che si preoccupa per te e ti aspetta: è DIO che ti cerca e ti indica sempre la strada!
Sono con lui Fabiano e Rodolfo
Fabiano: Arrivammo a Sambuca
Castello percorrendo in salita e nel bosco gli ultimi 3-4
km della Via Francesca. È un percorso antico con alcune fonti e pannelli illustrativi; a un certo punto
incontrammo una famigliola di cinghiali... Al paese c'è un rifugio per viandanti e sopra la Locanda del
Castello con annesso ostello, il tutto ristrutturato in occasione dell'ultimo giubileo. È gestito molto
bene da una coppia di bolognesi con aiuti occasionali da parte di amici: in breve la cucina è ottima e pure
la prima colazione. Sai com'è negli alberghi, bisogna compilare un modulo con i tuoi dati personali; ricordo
con un certo imbarazzo che la mattina, durante la colazione, mi irritai perché mi chiesero di ricompilare
il mio modulo che non si trovava più... Nel paese c'è un tale di Firenze che si presta a fare il
sacrestano, fu molto gentile con me e Franco, ci fece parlare con un suo amico (che poveretto stava dormendo) perché
ci indicasse un percorso alternativo alla strada. Costui, nonostante il disturbo, ci accolse nella sua casa, ci
offrì del vino, e ci spiegò il tragitto in mezzo al bosco (che poi si rivelò ottimo) fino
a Sammomè. Poco prima di arrivare a destinazione ci fermammo a mangiare presso un laghetto artificiale e
poi scendemmo rapidamente a Sammomè, dove prendemmo alloggio all'albergo Guidi, fondato negli anni trenta
da Luigi Guidi (che fu maitre al Ritz di Londra). È un albergo vecchiotto ma decoroso con tutto l'arredamento
originale... Durante la notte ci fu un gran temporale con pioggia molto forte che si attenuò solo la mattina
successiva, durante il nostro arrivo a Pistoia, dove alloggiammo presso il Monastero delle Benedettine.
martedì
30 agosto: Perugia - Lucca
Il rettore Paolo Caucci, simbolicamente parte da Perugia assieme a Don Paolo, Chiara, Aldo e Lorenzo con il pulmino
che sarà d'appoggio per il trasporto delle sacche personali e delle stoviglie .
Venendo in macchina entrano in Lucca attraverso la porta di S.Giacomo: il nostro pulmino si trova automaticamente
benedetto.
L'incontro è per le ore 20 presso il Convento dei Missionari Colombiani.
Il gruppo è numeroso e rumoroso: i saluti , gli abbracci e l'entusiasmo di vedere dopo un anno chi ha fatto
con te esperienza di pellegrinaggio, di conoscere i nuovi, di ascoltare gli ultimi innamorati di ritorno da Santiago
non ci dà proprio l'aspetto di persone che partono per un pellegrinaggio, ma al tempo stesso la contentezza
si offre come un buon viatico.
Si cena in pizzeria e siamo in 36 e fra questi ci sono anche accompagnatori, chi vorrebbe ma non può partecipare
e anche chi ci guarda con un po' di scetticismo.
Arriva il momento vero e il luogo tipico dell'inizio pellegrinaggio: si va a dormire in terra ognuno con il proprio
materassino.
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