Confraternita
di
San Jacopo di Compostella

Il nostro Diario

Pellegrinaggio 2005

 

La Confraternita

Gassino - Torino

clicca qui per ingrandire Sabato 17 settembre

Si lascia la parrocchia con il saluto dei volontari che ci hanno accudito.
Il primo tratto è lungo un canale e possiamo dire tranquillamente il rosario. Arriviamo a S.Mauro Torinese, facciamo una piccola sosta e incontriamo un amico,
Paolo Clerici, che ci aspetta e che ci farà da guida. Anche lui sotto i magnifici baffi ha per noi un gran sorriso.
Attraversiamo il Po e si intravede il punto in cui s'incontra con la Dora. Il parco che percorriamo è molto bello ma dobbiamo andare spediti per essere alla cattedrale prima di mezzogiorno. Il passaggio in città ci è reso scorrevole grazie all'aiuto di Maurizio un amico-pellegrino che per nostra fortuna è proprio un vigile urbano della città.
Arriviamo in tempo e così possiamo raccoglierci di fronte all'altare dedicato alla
S.Sindone per una breve preghiera.
La chiesa è addobbata con dei festoni che sono per noi (come fu lo scorso anno a Saludecio): ci sarà nel pomeriggio un matrimonio di un qualche discendente di Casa Savoia.

Un'altra foto di gruppo davanti al Duomo ripetuta come sempre per le varie macchine fotografiche. Ma il fotografo del nostro viaggio più impegnato e attento è stato Vittorio; infatti lui non ha camminato con uno zaino ma con una tracolla nera che proteggeva la sua preziosa macchina. Speriamo che vinca il concorso fotografico della via Francigena.
E
Renzo, il nostro factotum che apre i sentieri, che risolve problemi di idraulica, che cura l'ombrello di Giovanna, che ha raccolto tutti i selli, ora che sappiamo che si cimenta anche con i pennelli e i coloro a olio, potrebbe farci un quadro di qualche posto speciale del nostro tragitto.
Il nostro
vigile pellegrino ci accompagna all'ostello del Padri Salesiani ed è un'impresa farci strada ai semafori mentre il gruppo tende a disfarsi, è stato proprio bravo e paziente.
Salutiamo Franco che ora deve proprio partire e andare a conoscere la nipotina.
Spuntino e riposino e pronti alle 15 e mezzo. Sta per arrivare un temporale proprio quando ci avviamo alla chiesa del S.S.Sudario per la Messa e la cerimonia conclusiva del nostro pellegrinaggio.
L'accoglienza dei Confratelli è calda e piena di premure, il cerimoniale ben guidato da
Massimo. Le due confraternite, quella del S.S.Sudario, vestita di bianco alla sinistra, e la nostra alla destra con la tunica rossa e la mantellina con le conchiglie e il coro in abito scuro: una perfetta coreografia e tanta partecipazione. Al termine della Messa, scambio di doni preziosi fra i quale anche un simbolo portato da un confratello della S.Trinità proveniente da S.Rocco di Montpellier.
Il rettore consegna ai pellegrini nominalmente le credenziali con tutti i selli (timbri) delle nostre tappe con un Ultreya di saluto che ora ci riporterà nel pellegrinaggio delle nostre vite personali.
Gratificati anche da un bel rinfresco visitiamo il museo della Confraternita del S.S.Sudario guidati con molta cura e competenza dal Prof. .
Giovanni: …alla fine di tanto cammino e tante fatiche. Si respira un'atmosfera di raccoglimento, e l'emozione è palpabile sul volto dei presenti. ...Visitando il museo della Sacra Sindone, davanti a tanti documenti e fotografie esposte, ascoltiamo la guida che ci illustra i risultati di tante ricerche effettuate con particolare rigore scientifico, che danno una lettura sempre più dettagliata dei segni lasciati dall'uomo della Sindone, che ci mostrano le grandi sofferenze subite da Gesù. Sentendo queste descrizioni sembra quasi un racconto di un testimone che ha assistito a ogni momento della passione di nostro Signore, ma naturalmente senza quella carica di emozioni che un simile racconto avrebbe, se chi ci sta parlando fosse stato veramente presente al dramma.
La giornata sta per finire e il pellegrinaggio pure.
Giuseppe e Maria: Avevamo una meta ambiziosa: il Santo Volto della Sindone.
Il pellegrinaggio di quest'anno ha voluto congiungere due Volti. Ma in mezzo, sulle strade che abbiamo percorse, i volti che abbiamo incontrati non siamo riusciti a contarli.
Ciascuno è Volto e ogni Volto è degno di pellegrinaggio: di noi che ci muoviamo incontro all'Altro e che ci facciamo prossimo dell'Altro. Nessuno può fare a meno dell'Altro. E' una dipendenza che anzitutto è frutto di amore e gratuità, a cominciare dal gesto d'amore che genera.
Questo pellegrinare ci educa allora al rapporto sobrio con i beni, quello sereno con il tempo, quello amorevole e grato con il fratello. A chi ha fortuna addirittura riesce a fare intravedere la Grazia di Dio.
Allora ci aiuta a ricomporre il mondo che c'è, con tutto il bene che c'è, e a sollecitare la nostra risposta. Il mondo di adesso, perché noi siamo gente di adesso.
Diventa bello sentirsi pellegrino ogni giorno. Come colui che sa che su questa terra non è padrone di niente, ma ospite e forestiero. Che agisce consapevole che niente della mia vita dipende da me, ma che invece da me dipende molto della vita di coloro che incontro.
Perché siamo tutti prossimi del prossimo. E sempre uno è il Volto segreto di ogni persona.

I molti impegni e la fretta ci hanno protetto dal commuoverci troppo e anche per la cena dobbiamo non perdere tempo perché il self service dell'ostello chiude presto.
Dopo cena il rettore saluta la compagnia, soddisfatto di aver avuto al convegno di Vercelli il riscontro dell'efficacia del nostro passaggio di pellegrini lascia anche noi soddisfatti e contenti.
Alcuni amici sono gia partiti ed altri non potranno essere presenti domani alla
Messa a Vercelli.
Ugo: Mi è rimasto il vuoto della vostra compagnia e ringrazio l'Altissimo che mi ha dato la possibilità di conoscervi.
Non è facile riuscire a salutarci tutti e a dirci in breve tutte quelle cose che ci abbiamo dentro. Grazie a tutti. Abbiamo ricevuto molto.
Ci è stato concesso il privilegio di essere pellegrini.